Sassari, Sacra Famiglia sfrattata dopo 34 anni: «Rescissione illegittima, andremo fino al Tar»
La gestione della struttura sportiva di viale Adua passa alla Marzio Lepri che si è aggiudicata il bando, una scelta che lascia una scia di polemiche e contestazioniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sfrattati dopo 34 anni. La Sacra Famiglia non gestirà più la struttura sportiva di viale Adua a Sassari dopo che la Marzio Lepri ha vinto il nuovo bando per la gestione. Una scelta che lascia una scia di polemiche e di contestazioni, spiegate ieri nella sala parrocchiale della Sacra Famiglia dagli esponenti dell’associazione ai tanti genitori presenti. «Intanto troviamo illegittima la rescissione del contratto- afferma Daniele Deiana, presidente dell’associazione- oltretutto avvenuta due mesi prima della conclusione. Abbiamo chiesto l’accesso agli atti e andremo fino al Tar».
Ad agosto l’amministrazione comunale infatti comunica che rescinde il contratto e «senza spiegare il perché», si fa notare. Poi la messa a bando e la vittoria della concorrente. «Ha prevalso la logica dei numeri - continua Deiana- e non quella del progetto sociale».
La missione propria dell’Asd, nata nel lontano 1989: «Al tempo era un campo di sabbia, dove giravano tossicodipendenti e una volta l’anno arrivava Matherland». Poi l’impegno della Sacra Famiglia, anche attraverso una serie di progetti dati al Comune e che hanno portato all’attuale nascita dell’impianto con il campo di calcio in erba sintetica. «Avevamo anche presentato un progetto di ulteriore riqualificazione da 200mila euro che prevedeva una tribuna coperta, la copertura del campo di calcetto e altre migliorie. Non l’hanno nemmeno calcolato».
L’Asd ricorda che adesso 160 bambini sono senza campo: «Il 30% non può nemmeno permettersi una scuola calcio e l’aiutiamo noi. Tra l’altro abbiamo permesso loro di fare esperienze importanti facendoli partecipare a tornei fuori da Sassari».
Mercoledì scorso si è rischiato l’incidente diplomatico perché ai piccoli dell’associazione era stato negato l’ingresso in campo, come ricorda il direttivo, e l’intervento del sindaco ha permesso di mettere una pezza momentanea. «Abbiamo evitato di chiamare i carabinieri per risparmiare ai bambini la sceneggiata».
Ora però, in attesa di vedere le carte, la Sacra Famiglia cerca casa in altri campi, con tutte le difficoltà del caso e chiede un aiuto per non far ridimensionare una realtà che ha fatto la storia sportiva e sociale di Sassari.