Pino Salaris, 65enne disoccupato di Porto Torres, non ce l'ha fatta.

È morto all'ospedale Sandro Pertini di Roma per una sopraggiunta infezione al sangue, che ha fatto precipitare le sue già precarie condizioni di salute. Il suo caso aveva fatto molto discutere.

LA VICENDA – Salaris ad agosto e settembre sta molto male. Ha dolori fortissimi alle gambe, pressione al petto e non riesce quasi a camminare, avendo inoltre già perso una quindicina di chili. Le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno. Si rivolge nel frattempo 3 volte al pronto soccorso di Sassari. Due volte viene accompagnato in autoambulanza, ma non viene mai ricoverato e, come raccontano i familiari, viene sempre rispedito a casa. Dove continua a peggiorare. I parenti disperati, tramite una conoscenza, riescono ad inizio novembre a farlo visitare all'ospedale Sandro Pertini di Roma. Dove viene immediatamente ricoverato. Le sue condizioni sono al limite e dopo qualche giorno sopraggiunge un’emorragia cerebrale. La lotta coraggiosa di Salaris contro la morte continua, ma è in coma. I medici romani tentano di tutto per salvarlo. Un'infezione al sangue nei giorni scorsi lo stronca definitivamente.

Ora la salma ha fatto ritorno a Porto Torres. Domani mattina il funerale.

LA DENUNCIA – Stefania e Gavino in tutto questo tempo sono stati sempre vicini al padre. Anche nelle ore finali. Pur affranti dal dolore per la perdita del loro amato genitore hanno deciso di sporgere denuncia.

«Il caso di mio padre è troppo grave per passare nel dimenticatoio - dicono -. Al pronto soccorso di Sassari, nonostante le sue condizioni, è stato mandato via per tre volte e questo è assurdo, visto che poco tempo dopo è stato immediatamente ricoverato a Roma. Non possiamo sapere se nostro padre, ricoverato prima, si sarebbe salvato. Questo forse non lo sapremo mai. Ma di sicuro a Sassari avrebbe dovuto ricevere cure migliori e non essere trattato in quel modo. Noi comunque trasmetteremo le cartelle cliniche al nostro avvocato e vogliamo denunciare i fatti alla Magistratura, che deciderà in merito. Vogliamo - continuano - solo chiarezza sull'argomento, in modo che quello che è successo a nostro padre e il calvario a cui è andato incontro non possa più accadere a nessuno».

© Riproduzione riservata