Sassari, la lotta contro il cambiamento climatico parte da Monte Rosello
Il quartiere diventa un laboratorio per promuovere l’adattamento alle nuove temperaturePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Monte Rosello a Sassari come laboratorio per promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici. 20mila abitanti circa, un’estensione tale da dividerne l’ampiezza in parte “alta” e “bassa”, il quartiere è divenuto l’oggetto di una ricerca, finanziata con poco più di 170mila euro dal progetto europeo Interreg “Adaptwise”, con l’obiettivo di analizzare il tessuto urbano e sociale e dar vita a misure che possano mitigare fenomeni sempre più frequenti come, ad esempio, le ondate di calore. «Abbiamo lavorato da dicembre 2024 a giugno 2025- spiega Valentina Talu, amministratrice di “Tamalacà”, l’impresa di pianificazione territoriale che si è occupata dello studio, di cui è referente con Nicola Solinas e Mattia Muresu- incontrando gli abitanti, le associazioni, gli stakeholder e mappando l’area con il Gis (Geographic Information System)».
Emergono fattori comuni con il resto della città, quali la numerosa presenza di anziani e l’assenza di alberi, le troppe isole di calore, e le conseguenze sulla salute delle persone. Ripercussioni che si tende a sottovalutare ma che, non di rado, possono causare esiti fatali. Un recente studio dell’Imperial College di Londra aveva scoperto, analizzando 1500 decessi in 12 città europee tra fine giugno e inizio luglio 2024 che, solo a Sassari, in appena nove giorni si erano verificate 6 morti dovute proprio alle ondate di calore. “Il senso dell’iniziativa- aggiunge Marinella Osilo, funzionaria comunale del settore Ambiente e Responsabile unica del progetto- è sperimentare soluzioni per il rifugio climatico che possano essere replicate su scala locale”. Molti i fattori critici riscontrati, come le tante persone sole, la diffusione di alloggi Erp, la morfologia del territorio dove abbondano le superfici impermeabili.
«Adaptwise- continua Osilo- ha durata triennale e si concluderà entro marzo 2027 con due azioni pilota, limitate ma importanti, di mitigazione del calore, che si terranno nelle traverse Cervi e Nurra». Con la creazione di aree ombreggiate, la depavimentazione, la piantumazione di specie arboree da aggiungere ai bagolari, sedute idonee. «Non è possibile stimare al momento quanti gradi ci sarebbero in meno ma bisogna ricordare che, talvolta, basta sottrarne uno per ottenere risultati importanti». Da questi interventi la missione è creare una rete di piccoli spazi interconnessi ed embrione di un progetto più ampio. «Siamo soddisfatti del lavoro fatto con il quartiere- continua Talu- È importante che le persone prendano coscienza del problema». Si tratta di un primo step a cui ne seguiranno altri perché il pericolo dovuto al calore andrà crescendo, sfruttando anche il suo essere in qualche modo “subdolo”. «Non se ne ha una percezione immediata e la gente reagisce con indifferenza», sottolinea Osilo. Ma gli effetti, come scritto, possono essere tragici.
