Il presepe vivente coi portatori di handicap. A Sassari è ritornato lo spettacolo della Natività interpretato da persone con disabilità, spesso grave, una rappresentazione messa in scena in alcune chiese del capoluogo turritano. Sono 40 gli attori e le attrici che incarnano le figure bibliche, da Giuseppe e Maria fino agli angeli e ai soldati di Erode.

Un’iniziativa voluta e promossa dall’associazione La Sorgente e dal suo punto di riferimento Gavino Manunta, anche autore della drammaturgia, da anni impegnati nel sociale e nell’aiutare donne e uomini affinché possano avere una vita a contatto con gli altri e non siano penalizzati dalle proprie difficoltà.

«Più lo facciamo, più loro diventano sempre più precisi, come i professionisti», dichiara Andrea Dessì, che cura la direzione artistica. La storia rappresentata si colora di venature contemporanee e può avvalersi, ad ogni replica, degli ingressi dei cori con la novità quest’anno dei balletti sardi. «In Shalom 2024 abbiamo inserito anche il ballo con l’allusione alla nostra cultura e alla evocazione della ciclicità della vita».

Dopo le repliche nella chiesa di Santa Caterina, di Nostra Signora del Latte Dolce, di don Giovanni Bosco, il 6 gennaio la compagnia si trasferirà a Bulzi per l’ultima recita. Tra i cori che hanno partecipato quello di Florinas, di Nulvi, di Cheremule mentre i balletti sono quelli del Gruppo Ballo sardo folk di Ossi e di San Matteo di Chiaramonti.

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