Il giudice gli vieta di andare in piazza d’Italia a Sassari e lui dopo mezz’ora viola la misura. È successo questo pomeriggio, a breve distanza dall’esito della direttissima in tribunale a carico di un 22enne del Camerun.

Fermato sabato sera, sempre in piazza d’Italia, per resistenza a pubblico ufficiale dopo aver reagito con calci e pugni agli agenti della polizia locale che gli notificavano un provvedimento.

Messo in stato di fermo il giovane da allora ha ripetuto lo stesso refrain: «Sono in missione per conto di Allah e devo pregare in una pubblica piazza». Quello che in realtà stava facendo da giorni sotto la statua di Vittorio Emanuele, talvolta in piedi oppure inginocchiandosi su un tappetino, di giorno e di notte, il più delle volte accompagnandosi con urla che facevano fuggire i passanti.

Poi il procedimento di oggi con il giudice Antonio Spanu che ha disposto sia l’obbligo di firma al Comando della Municipale sia il divieto di transitare in piazza d’Italia e nelle vie vicine. Ma davanti alla pm Paola Manunza, all’interprete e all’avvocato d’ufficio Sergio Porcu il nordafricano ha continuato a ripetere che «il suo unico giudice è Allah e tutto quello che gli succederà sarà per Suo volere».

Così, poco più di mezz’ora dopo il provvedimento, si trovava già in piazza d’Italia dove, raggiunto dai poliziotti della Locale, è stato portato via. Una trasgressione plateale della decisione del magistrato che potrebbe portare agli arresti domiciliari o all’incarcerazione a Bancali.

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