Riapre dopo quasi dieci anni il Barbacane del Castello aragonese di Sassari. Dal 6 dicembre, giorno di San Nicola, sarà nuovamente possibile visitare il sito, struttura difensiva che un tempo sorgeva nell’omonima piazza, su prenotazione e con l’ausilio di una guida, a gruppi contingentati per sicurezza, ogni martedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 14.

«La riapertura del Barbacane dall’inizio del nostro mandato- afferma il sindaco Giuseppe Mascia- è stato un preciso obiettivo, che abbiamo perseguito con determinazione, mettendo in essere tutte le azioni necessarie, dalla richiesta di risarcimento ad Abbanoa, alla ricerca dei finanziamenti per l’esecuzione dei lavori necessari». «C’è voluto più tempo del previsto – aggiunge l’assessora alla Cultura del Comune di Sassari, Nicoletta Puggioni – perché è stato necessario adottare specifiche misure di sicurezza per renderlo fruibile, ma oggi non possiamo che essere soddisfatti di restituire alla città un monumento, che oltre ad essere un attrattore turistico rappresenta un pezzo importante della storia della città di Sassari».

Nadia Canu, archeologa della Sovrintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro, riferisce che il Barbacane è emerso durante gli scavi del 2008-10, aperto al pubblico ma chiuso nel 2016 per gravi problemi di allagamento dovuti a perdite della rete idrica e da allora tale è rimasto, eccetto una breve parentesi per Monumenti aperti nel 2019. Con la realizzazione, tra il 2023 e 2024, di una nuova condotta è stato compiuto un intervento di manutenzione straordinaria, con la rimozione di vegetazione e muffe, pulizia dei depositi di limo e ripristino degli impianti, inclusa l’illuminazione. La struttura, posizionata su due livelli con corridoi di circa 90 metri e 22 bocche da fuoco per piano, è una delle poche parti superstiti del castello costruito nel XIV secolo. Il Barbacane è stato aggiunto più tardi, nel 1500 circa, per le nuove esigenze dettate dall’introduzione delle armi a scoppio, addossato alla fortezza e nell’area del fossato. Fu poi interrato verso il 1650, circostanza che ne ha garantito la conservazione, a differenza del resto del castello demolito dal 1877 per costruire la caserma.

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