Sassari, dopo le accuse rispondono i gestori: «L'allevamento di maiali di Caniga è legale»
«Abbiamo ricevuto insulti, e davanti ai cancelli ci dicono che siamo illegali. Fanno pure le ronde. Noi ci siamo affidati a un avvocato»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«A Caniga è tutto in regola». Antonio e Andrea Moro, zootecnico e agronomo, nonché fratelli e gestori dell’allevamento di suini nella borgata di Sassari decidono di ribattere alla tempesta di accuse che si è abbattuta su di loro lanciata dai residenti e dalle associazioni animaliste. «Intanto chiariamo che l’attività nasce nell’agro, cioè nell’unico posto dove può sorgere e ha avuto tutti i permessi da Comune e Asl per aprire».
I due specificano poi un punto fondamentale: «Non è un allevamento intensivo, perché non supera i 1500 capi da 30 kg come prescrive la legge».
I maiali arrivano a Sassari dopo essere partiti da Villacidro, prima tappa della filiera del marchio “Il Grugno”, in cui la scrofaia produce 13mila maiali in un anno, 9mila dei quali vengono svezzati proprio a Caniga come lattonzoli, sempre in 365 giorni e lungo sei cicli, e poi riportati a Villacidro. «La proprietà complessiva è della Ciemme di Cuneo ma siamo noi ad avere acquistato i capannoni e aver fatto tutti gli investimenti per l’adeguamento della struttura».
Il capannone operativo al momento è uno su tre, lungo 130 metri per 17, non tutto occupato, dove ci sono 14 box per gli animali presenti, riferiscono, nel numero di 1200. «Non è un lager, i suini possono scorrazzare tranquillamente. Nessun taglio di coda o estrazione di denti oppure episodi di cannibalismo».
«Al suolo- continuano- c’è il cemento ricoperto di paglia. Gli escrementi finiscono lì e non al suolo come qualcuno ha detto. Noi, ogni 10 giorni e per mantenere rapporti di buon vicinato, facciamo portare via questa paglia».
Cade così l’accusa di possibile inquinamento delle falde acquifere: «I liquami non possono percolare nel cemento».
E a proposito di acqua, i fratelli Moro precisano un altro punto. «Noi al momento non stiamo usando l’acqua della zona, la stiamo comprando. Perché quando abbiamo fatto le analisi dell’acqua, come chiesto dall’Asl, abbiamo riscontrato la presenza di batteri come pseudomonas ed escherichia coli. I maiali non la possono bere».
Sulle quantità di acqua consumata per capo chiariscono che si tratta massimo di un litro al giorno e non di sette come detto. Il progetto nasce, spiegano, 4 anni fa quando si sono prese le prime informazioni. «Abbiamo fatto tutto alla luce del sole. Stiamo lavorando da maggio e sia Comune che Asl ci hanno detto che non c’erano problemi».
Cosa rispondono alle accuse dei residenti che hanno casa a un centinaio di metri? «La normativa prevede che l’allevamento può essere fatto a 500 metri dal nucleo abitativo. In questo caso è Caniga, distante 4 km. Le case vicine non fanno parte di un complesso residenziale».
Le polemiche sui mangimi che vengono da Cuneo sono rispedite al mittente: «Da dove li dovremmo prendere? In Sardegna mancano proprio le materie prime per i cereali. Noi diamo 60 quintali di mangimi a settimana».
I due assicurano sui controlli sanitari: «La Asl viene ogni settimana a controllare il benessere animale e abbiamo due veterinari dell’azienda che seguono tutto». Eppure sono nell’occhio del ciclone e i consiglieri comunali hanno proposto il trasferimento a Truncu Reale: «Impossibile. È una zona industriale, non di agro».
In futuro i due prevedono, se le cose andranno bene, di ampliare l’allevamento e di dare lavoro. E su presunte condanne arrivate alla loro attività ribattono: «A noi no. E ci teniamo a dire che è la prima volta in anni di lavoro che incontriamo dei problemi».
Intanto proseguono le richieste di accessi agli atti in Comune sull’azienda: al momento sarebbero dieci. «Abbiamo ricevuto insulti, e davanti ai cancelli ci dicono che siamo illegali. Fanno pure le ronde. Noi ci siamo affidati a un avvocato».
