Rientro dalla missione a Lampedusa per i "seminatori di speranza"
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Un ritorno a casa caloroso per gli undici uomini dell’equipaggio della motovedetta Cp 291 della Capitaneria di porto di Porto Torres rientrata dalla missione nel canale di Sicilia nell’ambito dell’operazione sul controllo dei flussi migratori clandestini nel Mediterraneo: una delicata attività di sorveglianza marittima e soccorso ai migranti che ha portato l’equipaggio lontano dalla sua normale sede di servizio e dai propri cari per oltre due mesi.
Salpata dalla banchina della Capitaneria alla volta di Lampedusa, il 29 luglio scorso, la motovedetta Cp 291, un pattugliatore d’altura di moderna concezione lungo 25 metri, alla guida del maresciallo luogotenente Carlo Chessa, ha fatto rientro nel tardo pomeriggio di ieri.
Ad accoglierli oltre ai familiari, il Comandante della Capitaneria di porto Paolo Bianca che ha espresso il suo apprezzamento per lo sforzo umanitario manifestato dall’equipaggio e dalla loro guida impegnata nei mari di fronte la Libia, affiancata da altre unità navali della Guardia costiera nell’attività di soccorso di tanti migranti in fuga da guerre e miseria.
"È stata una missione impegnativa dal punto di vista fisico e morale – ha detto il maresciallo Chessa – ma abbiamo avuto il privilegio di ospitare a bordo il Comandante Generale, ammiraglio Vincenzo Melone che ci ha confortato con le parole del Papa definendoci “seminatori di speranza”».