«Una condotta altamente persecutoria». Così ha definito la pm Maria Paola Asara, ieri in tribunale a Sassari, i comportamenti che avrebbe compiuto un uomo di 50 anni di Codrongianos dal 2021 al 2023 ai danni di una ragazza di 22 anni dell’hinterland.

L’uomo è anche accusato di lesioni aggravate, causate, secondo l’imputazione, da un inseguimento in automobile conclusosi con un tamponamento e un trauma distorsivo per la giovane, refertato con otto giorni di prognosi. 

Tra i due era nata una relazione sentimentale, nonostante i 27 anni di differenza, che si era presto complicata dando vita, come ha ripercorso la sostituta procuratrice, a uno scenario di minacce, insulti e scenate di gelosia. Azioni che sarebbero state intraprese dall’uomo anche in pubblico, con pesanti offese nei confronti della donna, proferite nei bar del paese di lei.

L’imputato avrebbe anche minacciato, parlando con la madre dell’allora 19enne, che se la giovane non avesse cambiato atteggiamento nei suoi confronti, lui «sarebbe stato costretto a parlare con il padre di lei per portarlo a conoscenza di tutto». Ovvero della relazione, di cui l’uomo era ignaro, e che avrebbe potuto avere effetti sulla sua salute, già compromessa perché in attesa di un trapianto.

Nella sequenza cronologica delle presunte molestie, il 50enne avrebbe attuato un primo inseguimento della compagna nel 2022 con l’autovettura, mettendola in pericolo e cercando di tamponarla. Poi, i presunti insulti rivolti alla ragazza davanti ai colleghi di università, con la rivelazione di particolari intimi, sempre nel 2022.

Ancora, un inseguimento nel 2023, durante il quale l’imputato le avrebbe detto: «Ti brucio viva! Ti ammazzo!». Un’altra vittima di questi comportamenti sarebbe stata anche un’amica della parte offesa, che avrebbe subito un inseguimento.

Inoltre, sempre alla stessa donna, il 50enne si sarebbe rivolto sui social, usando un profilo falso, per ottenere informazioni sulla ex. Quando scoperta, avrebbe minacciato di «spezzarle le ossa», e avrebbe ripetuto lo stesso concetto a un cugino della ragazza, sostenendo: «La voglio ammazzare! Le voglio far saltare la macchina con lei dentro».

Tutto ciò, sottolinea la magistrata, ha avuto «risvolti psichiatrici» e la presunta vittima vive ancora i postumi dello stalking di cui è accusato l’uomo.

L’uomo, però, prima della discussione di ieri, ha respinto tutte le accuse nel corso delle dichiarazioni spontanee, affermando di essere stato lui la persona perseguitata dalla ragazza, che lo cercava senza sosta, anche di mattina presto, al cellulare e non solo, costringendolo a cambiare dispositivo. «Avevo detto io ai suoi genitori che volevo si allontanasse», ha dichiarato.

Per la pm, le sue parole non sono credibili e ha chiesto una condanna a tre anni di carcere, senza concedere le attenuanti generiche. 

La giudice Valentina Nuvoli ha rinviato il processo a settembre, per la discussione della parte civile, rappresentata dall’avvocato Rossella Pinna, e delle difese del 50enne con i legali Gianni Falchi e Giuseppe Murineddu.

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