Il tabernacolo sottratto alla parrocchia del Cristo Risorto, a Porto Torres, è ritornato in chiesa. Era stato trafugato il 24 agosto scorso e, questa mattina, è stato rivenuto sotto ad un albero, durante i lavori di potatura degli arbusti ad opera degli operai impegnati nei cantieri di forestazione, avviati dal Comune.

E' stato abbandonato nell'area verde tra via Emilio Lussu e via Alessandro Manzoni, probabilmente nello stesso giorno in cui è avvenuto il furto. La scatola recuperata è stata consegnata ai carabinieri della compagnia di Porto Torres, al comando del nuovo capitano Stefano Curti, che ha provveduto a restituirla al parroco della chiesa, don Michele Murgia.

Il furto sacrilego risale alla notte tra sabato 23 e domenica 24 agosto, quando il ladro si era introdotto da una finestrella, nel retro dell’edificio religioso che da accesso alla sagrestia. Qui si era impadronito del tabernacolo e della pisside, oggetto sacro contenente le ostie consacrate. Il ladro, incastrato dalle telecamere di videosorveglianza presenti all'interno dell'edificio, era stato rintracciato dai militari a cui aveva restituito parte la refurtiva, ovvero la pisside e le chiavi usate per aprire la porticina dell’oggetto sacro. Del tabernacolo, però, nessuna traccia, nonostante l’appello del sacerdote che aveva dichiarato di essere disposto a ritirare la denuncia.

«A distanza di tre settimane, il tabernacolo è ritornato in chiesa – ha detto don Murgia – anche se ha bisogno di essere restaurato, perché esposto all’aria si è ossidato, ma questo ci fa pensare che si sia trattato di un furto di oggetti sacri di poco valore economico, in cui non si è tenuto conto del grande valore che questi oggetti liturgici hanno per la nostra chiesa e per la comunità di fedeli». 

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