"Una tomba spettacolare e complessa, idonea ad una singola inumazione e simile ad una sepoltura etrusca con una decorazione architettonica che rappresenta un unicum a Porto Torres".

La scoperta è di quelle che meritano di essere studiate e approfondite, tuttavia, già a prima vista, ha sorpreso Gabriella Gasperetti, la responsabile della sede operativa di Porto Torres della Soprintendenza, dopo il suo primo sopralluogo.

L’ipotesi è che appartenga ad un personaggio importante dell’epoca (III/VI secolo d.C.), infatti "la scelta degli scalpellini non era casuale perché cercavano la roccia più compatta per realizzare una tomba che potesse durare nel tempo a dimostrazione che la sepoltura apparteneva ad una persona potente e ricco", sottolinea Franco Satta assistente tecnico scientifico della Soprintendenza.

Il soffitto della tomba a sesto ribassato è affrescato con tralci di vite con foglie e grappoli d'uva di colore rosso e le nicchie presentano il bordo decorato in rosso lineare, mentre l'ingresso è abbellito da false colonne con capitello scolpiti nella roccia.

Il monumento funerario si trova sul retro dell’Istituto nautico, in prossimità dell'area archeologica con tombe ipogeiche ad arcosoli già conosciuta.

La “nuova” necropoli orientale appare costituita da una camera centrale affiancata da altre sepolture, tra cui la tomba unica collocata all’interno di un ambiente profondo tre metri.

La “scoperta” è avvenuta su segnalazione di uno studente del Nautico poi comunicata all’insegnante Riccardo Tedde.

Dopo un’accurata documentazione fotografica la Soprintendenza provvederà ad elaborare un progetto di scavo e restauro in collaborazione con la scuola.
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