«Chiediamo al sindaco Massimo Mulas e all’assessore di competenza, Massimiliano Ledda, quali siano le azioni e gli strumenti messi in campo dall’assessorato all’Ambiente al fine di verificare e intervenire su situazioni di rischio amianto presenti nel territorio comunale». I consiglieri del Partito sardo d’Azione, composto da Bastianino Spanu e Alessandro Pantaleo, che occupano i banchi dell’opposizione nel Comune di Porto Torres, ritornano sull’argomento dell’inquinamento da amianto in città. Il cosiddetto “Eternit” dagli anni '60 è stato largamente usato in edilizia in quanto dotato di buona resistenza termica, buone caratteristiche meccaniche e basso costo.

«Nel territorio comunale sono presenti molteplici edifici, pubblici, industriali e privati, con coperture in amianto che, con elevatissima probabilità, ha perso le caratteristiche di compattezza», sostengono Spanu e Pantaleo, «quindi in condizioni di matrice friabile le fibre di amianto disperse nell’aria sono potenzialmente inalabili, non solo da chi negli edifici ci vive e ci lavora ma anche da chi si trova a distanza di decine di metri, in considerazione del fatto che le fibre possono essere facilmente trasportate dal vento».

La dispersione di fibre di amianto costituisce un grave problema igienico-ambientale e di rischio per la salute pubblica. Le polveri rilasciate dagli elementi in forma friabile possono provocare il mesotelioma pleurico, anche dopo decine di anni dall’inalazione di una singola fibra, ragione per la quale, già a partire dai primi anni ‘90 è stato vietato l'utilizzo e imposto di mettere in sicurezza i siti contaminati. 

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