Porto Torres, proteste al Poliambulatorio: «Senza patologie ci negano il medico di base»
Il racconto di Pietro Sini, 59 anni, carabiniere in congedo riconosciuto vittima del terrorismoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Niente medico di famiglia ai pazienti che non sono affetti da particolari patologie o gravi malattie. Le modalità di assegnazione dei medici agli assistiti, decise dalla Direzione Aziendale della Asl di Sassari, hanno fatto infuriare Pietro Sini, 59 anni, carabiniere in congedo di Porto Torres, riconosciuto vittima del terrorismo.
È uno degli utenti che questa mattina si è recato al Poliambulatorio sanitario di Porto Torres, in località Andriolu, per chiedere il ricongiungimento della moglie rimasta priva di assistenza a seguito del pensionamento del proprio medico di fiducia. «Seppure il medico di famiglia mi aveva assicurato che, per legge e secondo il principio sacrosanto al diritto alla salute sancito dalla Costituzione, avrebbero consentito la copertura medica anche per mia moglie, presso l’Uffico Sau il personale mi ha rispedito a casa senza assistenza», spiega Sini. E a decidere del diritto ad essere seguiti da un dottore, anche per l’ordinaria amministrazione, è l’età e la mancanza di patologie gravi. Si darà priorità agli anziani e ai soggetti fragili.
«Inseriscono le persone nate nel 66’, affette da malattie, - protesta il carabiniere in pensione - mentre mia moglie che ha avuto la sfortuna di essere nata nel 67’ resterà senza medico, pur essendo stata riconosciuta anche lei vittima del terrorismo. Sarà obbligata a recarsi alla guardia medica per ottenere una prescrizione medica, un sistema per creare ulteriori disagi agli utenti. La Regione deve intervenire per risolvere questa sciagura del sistema sanitario, visto che questo esercito di “senza medico di base”, si riversa sui pronto soccorso e sulle guardie mediche già congestionati».