«Questa vicenda non è stata mai raccontata nella sua piena verità, perché i colpevoli si sono tutti discolpati. Le autorità non hanno creduto a ciò che dicevano i poveri marinai che sono morti, e li hanno mandati a morire. Questo ci ha fatto soffrire nella nostra vita, vissuta sempre alla ricerca della verità».

A parlare è Gavina Fois, 83 anni di Porto Torres, figlia di Salvatore Fois, il marinaio che morì a 38 anni, insieme a altri sei uomini dell’equipaggio del peschereccio Onda 82 anni fa. Fu affondato il 6 maggio del 1943, dopo essere stato colpito dalle cannonate di un sommergibile inglese, il Safari, al largo dell'Asinara e dopo essere salpato da Porto Torres con il compito di rifornire di pescato la città e il territorio durante la Seconda Guerra Mondiale. Quindici giorni prima i marinai avevano incagliato le loro reti in un sottomarino, ma quando avvertirono le autorità e lo stesso proprietario del peschereccio nessuno credette loro, li accusarono di essere visionari

«La verità la conosciamo noi, come ci ha raccontato nostra madre, persone che si sono sacrificate per le proprie famiglie, perché erano state minacciate di condanna al Tribunale militare. Sarebbero stati fucilati se non fossero usciti in mare, e loro sono andati per mare sapendo di morire da eroi, per salvare i propri figli».

Gavina Fois aveva un anno e quattro mesi quando avvenne la tragedia, ancora con tanti punti oscuri. « stata una vergogna, e molte persone ci hanno speculato, e per chi ha subito quella ingiustizia la ricorda come se fosse il primo giorno», aggiunge «sono sorpresa, ma questa piazza doveva essere intitolata agli eroi dell’Onda già da tempo».

Nel 1965 il peschereccio fu recuperato dagli armatori Delfino. 

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