Porto Torres, opere portuali per 60 milioni: «In ritardo di cinque anni»
Il presidente della Port Authority, Massimo Deiana, non nasconde il percorso tortuosoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dieci anni fa l’avvio dell’iter della più importante opera infrastrutturale dello scalo marittimo di Porto Torres, un intervento da circa 36 milioni di euro per il prolungamento dell’Antemurale di Ponente a protezione del bacino portuale dal moto ondoso e la resecazione della banchina degli Alti Fondali.
Il presidente della Port Authority, Massimo Deiana, non nasconde il percorso tortuoso, avviato nel 2013 con la sottoscrizione, tra l’ex Autorità Portuale e Regione Sardegna, della convenzione prevista dalla Programmazione Attuativa Regionale FSC 2007/2013, dedicata alle attività di adeguamento delle infrastrutture portuali di rilievo nazionale. Il primo cassone dell’Antemurale si vedrà nell’aprile del 2024. «Gli interventi sul porto valgono circa 60 milioni di euro, il più importante è l’Antemurale che ha ricevuto 20 prescrizioni ante operam, ritardando l’avvio dei lavori di circa cinque anni - sottolinea Deiana - e costi superiori dovuti al più grande trapianto di posidonia oceanica finora realizzato nel Mediterraneo. Tutto questo per spostare di 800 metri la posidonia».
Nel rispetto delle prescrizioni, la società Sales, sempre per conto dell’AdSP, sta provvedendo al posizionamento di dissuasori antistrascico a protezione dell’area di piantumazione, 15 dei quali in prossimità del parco dell’Asinara. Tra le altre opere da realizzare anche la darsena servizi (3,5 milioni) che sarà destinata all’ormeggio di pescherecci e di imbarcazioni adibite ai servizi tecnico nautici. Il lato esterno, una volta completato, diventerà una banchina commerciale e crocieristica di 300 metri di lunghezza. In corso i lavori per la riconversione dell’ex Mercato Ittico (4 milioni), verrà trasformato in centro servizi per il porto in grado di ospitare i nuovi uffici dell’AdSP, quelli per il cluster portuale, una sala conferenze e una parte dedicata a mercato ittico e relativi servizi. In fase di realizzazione il bacino di alaggio e varo (5,6milioni), un intervento di 40 metri di lunghezza e 14 di larghezza, con una travel lift da 700 tonnellate per il sollevamento e la movimentazione delle imbarcazioni. Per i lavori di escavo nel porto commerciale (7 milioni) è emersa la necessità di gestire una quantità di materiale escavato di un volume stimato, al netto del bulking factor, di circa 330.000 metri cubi. Nel mese di luglio del 2023, il Comitato di Gestione ha adottato l’Atf al Piano regolatore del porto vigente che, nel tratto di bacino portuale tra la radice della diga di sopraflutto ed il pontile dei Prodotti secchi Eni, prevede la realizzazione di un ampio piazzale da destinare alle operazioni portuali.
La vasca di colmata da 310mila metri quadri, della capacità di 2,3 milioni di metri cubi, andrà ad accogliere i materiali di risulta delle operazioni di dragaggio del bacino commerciale di Porto Torres e parte di quelli provenienti da altri porti sardi. L’opera una volta terminata consentirà l’utilizzo della banchina ovest del porto industriale, attualmente inutilizzabile a causa dell’inesistenza della possibilità di attracco, mediante la realizzazione di un sistema di banchinamento ottenendo la funzionalizzazione di un fronte oggi periferico del porto industriale. Una soluzione al problema di stoccaggio e smaltimento di materiale proveniente dalle attività di escavo dei porti della Port Authoriry o comunque da attività connesse all’area industriale o proventi da attività interne o esterne approvate dalla Adsp.
Nell’ambito dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Fondo complementare DL 59/2021, l’Autorità di sistema portuale ha ottenuto un finanziamento di 78 milioni di euro la realizzazione e la messa in esercizio di un impianto di on-shore power supply (cold-ironing) per l’alimentazione elettrica delle navi in sosta Porto Torres, per la sua peculiarità, è uno dei principali porti sardi ad essere elettrificato.