Porto Torres, Eni punta sulle rinnovabili: sindacati scettici
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«Non siamo contrari agli investimenti industriali nel nostro territorio ma il progetto sul fotovoltaico non ci fa esultare».
Così il segretario generale Uiltec Sassari, Giovanni Tavera dopo l’annuncio dell'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi di volere investire sulle rinnovabili nelle aree Syndial di Porto Torres.
«La capacità elettrica in Sardegna è già satura – aggiunge – e non sarà facile ottenere le autorizzazioni per attuare un simile progetto».
I sindacati, ieri a Roma per lo sciopero nazionale contro la cessione di Versalis, diffidano di un'iniziativa che presenta una capacità occupazionale limitata, «solo due persone per gestire gli impianti», sostiene il segretario Tavera, e poi realizzata in un territorio «che ha ancora due vertenze aperte come Matrìca e Versalis, due realtà industriali in forte crisi».
Ma Eni pur “sbarazzandosi” di Versalis resta in Italia. Infatti, mentre sta per scadere il termine per concludere le trattative di vendita con il fondo americano Sk Capital, l’ad di Eni annuncia di voler investire sull’energia pulita.
L’azienda del cane a sei zampe ha individuato oltre 70 ettari di terreni propri, nel polo industriale di Porto Torres, alcuni bonificati dalla Syndial ma non utilizzabili o di scarso interesse economico, altri ancora da bonificare dove installare impianti per lo più fotovoltaici per una potenza complessiva di circa 70 megawatt. I cantieri dovrebbero partire entro il prossimo autunno.