Sono riaffiorati durante i lavori di restauro del Ponte Romano, il maestoso monumento costruito nell’antica città di Porto Torres per collegare Turris Libisonis con i cmpi di frumento della Nurra.

I conci originali, blocchi di pietra squadrati sono riemersi dalle arcate della infrastruttura, lunga 135 metri, considerata tra le opere ingegneristiche più grandi e meglio conservate della Sardegna.

La scoperta è avvenuta durante il restauro della spalla nord del ponte dove, rimuovendo gli interventi di ristrutturazione risalenti agli anni ’50 e ’60, sono venuti alla luce i conci di epoca romana. Il ponte è oggetto di lavori di ristrutturazione e valorizzazione, avviati nel 2024 con fondi pari a circa 4 milioni di euro, disposti dal Segretariato regionale del Ministero della cultura che opera in collaborazione con la Soprintendenza Sassari-Nuoro. Gli interventi di consolidamento strutturale che procedono con regolarità si sono concentrati sulle arcate, al fine di rinforzare i conci esistenti e di procedere alla loro sostituzione, dove non è possibile recuperarli. Un altro piccolo tesoro dell’antica Turris Libisonis che permette oggi di ricostruire l’originaria tessitura muraria e di apprezzare le autentiche dimensioni dei conci, orientando il proseguimento dell’intervento verso un restauro capace di restituire al ponte la sua originaria monumentalità.

Lungo 135 metri e con sette arcate, il ponte romano costruito in età imperiale sarà reso fruibile al pubblico tramite la realizzazione di un percorso pedonale sopraelevato e illuminato lungo tutto lo sviluppo del cammino, senza intaccare il basolato romano, emerso dopo la rimozione del manto stradale.

Sono ancora visibili due bassorilievi legati al dio Dioniso, protettore del ponte, anch'essi oggetto di restauro.

Per la fine di luglio è in programma la terza visita della commissione di collaudo, incaricata di valutare l’andamento complessivo dei lavori che prevedono anche il potenziamento strutturale delle spalle e delle pile del ponte, la cui solidità è comprovata dal suo uso carrabile che si è protratto fino agli anni Ottanta. 

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