Politiche familiari, Conoci: «Possono essere strategia di sviluppo»
La riflessione dell’ex sindaco sulla proposta di legge regionalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Le politiche familiari non possono essere relegate a un ambito marginale o considerate solo una risposta al disagio. A sostenerlo è l’ex sindaco di Alghero, Mario Conoci, che interviene con una riflessione articolata a margine della presentazione, in città, della proposta di Legge regionale sulle politiche familiari, alla quale non ha potuto partecipare per motivi di salute.
«È per me motivo di sincero rammarico non aver potuto essere presente - sottolinea - perché si tratta di un testo molto importante, che affronta un tema strategico per il futuro delle nostre comunità e che auspico possa essere approvato dal Consiglio regionale».
Conoci richiama l’esperienza maturata durante il suo mandato alla guida della città, insieme all’assessora ai Servizi sociali Salaris, per chiarire un punto che ritiene centrale. «La prima lezione che ho tratto è chiara: le politiche familiari non possono essere una competenza esclusiva dei servizi sociali, né ridotte a una semplice risposta al disagio». Un errore, secondo l’ex sindaco, che ne limita l’efficacia.
«I servizi sociali hanno un ruolo fondamentale di indirizzo e coordinamento - spiega - ma le politiche familiari devono attraversare tutta l’amministrazione pubblica, diventando una vera strategia di sviluppo, sociale ed economico». Il concetto di trasversalità è il cuore della riflessione. «Bilancio, urbanistica, opere pubbliche, cultura, sport, turismo, sviluppo economico, persino l’organizzazione degli eventi: ogni settore deve interrogarsi sull’impatto delle proprie scelte sulla vita delle famiglie», afferma Conoci. «Finché restano confinate in ambiti specialistici, le politiche familiari non producono effetti strutturali».
A sostegno di questa visione, l’ex primo cittadino richiama un esempio concreto. «Durante i concerti di Capodanno ad Alghero decidemmo di allestire accanto al palco uno spazio chiuso e riscaldato, una vera nursery con animatrici professioniste». Una scelta che, spiega, ha permesso ai genitori di partecipare agli eventi «lasciando in sicurezza i bambini più piccoli a pochi passi da loro. È stata un’attenzione molto apprezzata - ricorda - riproposta per tre anni consecutivi, e sono convinto che verrà replicata anche quest’anno». Per Conoci, quell’esperienza dimostra che anche un evento di spettacolo può diventare una politica familiare. Lo stesso principio, aggiunge, vale per un parco, una piazza, un piano urbanistico. «Le politiche familiari non sono una voce di spesa né un settore specialistico, ma una lente attraverso cui leggere tutte le scelte pubbliche. Quando un’amministrazione decide pensando alle famiglie, decide meglio per l’intera comunità».
