Era degli elementi portanti dell'inchiesta sulla scomparsa del nulese Stefano Masala e adesso cade: il sangue trovato sulla felpa sequestrata al giovanissimo indagato per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere, non è della vittima. Lo ha stabilito il Ris di Cagliari alla fine di una lunga serie di accurati accertamenti disposti dalla Procura dei Minori di Sassari. L'indumento appartiene al ragazzo di 17 anni che, secondo i Carabinieri del Comando provinciale di Sassari, è coinvolto nella sparizione di Masala e nell'omicidio dello studente di Orune, Gianluca Monni.

La felpa è macchiata di sangue, ma le tracce ematiche non portano a Masala. Il giovane nulese scomparso, 29 anni, la sera del 7 maggio 2015 uscì di casa per fare un giro in paese, ma, da allora, i familiari non hanno avuto più notizie di lui. Il minore indagato è la persona che ha chiamato Stefano Masala al telefono poco prima che si allontanasse dalla sua abitazione. La vicenda è strettamente collegata a quella dell'omicidio di Monni. Nessun commento da parte del difensore del ragazzo indagato, l'avvocato Agostinangelo Marras. Il giovanissimo nulese si è sempre detto estraneo alla vicenda.
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