Fondi 8 x 1000, entra nel vivo il processo a Becciu e al vescovo di Ozieri: sentiti 5 testimoni
Tre testimonianze di natura tecnica, poi è toccato a due donne che facevano attività parrocchialePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Entra nel vivo in tribunale a Sassari il processo in cui sono imputati per peculato e riciclaggio, tra gli altri, Antonino Becciu, fratello dell’alto prelato Angelo, e don Corrado Melis, vescovo di Ozieri. Per loro e altri 4 l’accusa è di aver distratto i fondi dell’8 x mille, dal 2013 al 2016, verso la cooperativa Spes, presieduta da Becciu.
Stamattina, davanti al collegio presieduto da Giancosimo Mura, a latere Monia Adami e Sara Pelicci, sono stati sentiti cinque testi della lista dell’accusa, rappresentata dal pm Gianni Caria. Tre testimonianze hanno avuto natura tecnica, come quella del geometra che si doveva occupare della Cittadella della Carità, finanziata dalla Cei, che avrebbe dovuto, tra le altre cose, dare rifugio alle persone in stato di bisogno. Il professionista ha riferito che la Spes lo aveva incaricato anche di altri progetti edilizi, tutti improntati a spirito solidale. Le parole della segretaria della Spes si sono invece poi soffermate sul funzionamento della macchina amministrativa così come quelle del responsabile della contabilità della diocesi di Ozieri hanno avuto come oggetto la rendicontazione dei progetti e la spendita dell’8 x mille.
Le ultime audizioni sono state di due donne che facevano attività parrocchiale a Ozieri e che hanno risposto sui beni alimentari ricevuti nel corso degli anni, anche in relazione al panificio. Rispondendo alle domande degli avvocati della difesa, Ivano Iai e Antonello Patané, una in particolare ha informato sugli aiuti economici che ricevevano le persone in difficoltà dalla Caritas. «Anch’io ne ho beneficiato, come tanti altri - ha detto la donna - e non sono stata in grado di restituire le somme».
