Da Porto Torres l’appello a Todde: «Ristori pesca entro il 20 dicembre»
La richiesta alla Regione firmata dai capigruppo di maggioranza e opposizionePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«In accordo con gli operatori del settore, si chiede alla Regione Sardegna l’immediata apertura di una vertenza istituzionale che affronti la situazione pesca a strascico, valutando l’adozione con carattere di assoluta urgenza il pagamento, a mezzo anticipazione immediato, dei ristori arretrati degli anni dal 2022 al 2024, entro il 20 dicembre prossimo».
I capigruppo di maggioranza e opposizione insieme al presidente del consiglio comunale di Porto Torres, Franco Satta, mettono nero su bianco le criticità del comparto e sollecitano l’intervento della governatrice Alessandra Todde e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianfranco Satta, nell’adottare misure per sostenere pescatori e armatori con imbarcazioni ferme in banchina dal primo ottobre, senza stipendio e senza indennizzi.
Il tempo è scaduto e gli effetti della proroga, imposta dalla Comunità europea fino al 30 novembre, rischiano di essere devastanti.
Alla Regione si chiede di attivare una procedura straordinaria dedicata alle marinerie in crisi, un tavolo permanente di crisi sulla pesca nel Golfo dell'Asinara, con Regione, Capitaneria, Flag Nord Sardegna, Comune turritano e rappresentanze della marineria, per monitorare l’evoluzione della situazione e adottare interventi correttivi tempestivi.
«Le misure esistenti non sono adeguate né tempestive rispetto alla gravità del quadro attuale. Porto Torres rischia di perdere la sua marineria storica con disagi pesanti che stanno già interessando i lavoratori e i piccoli armatori insieme alle loro famiglie».
Gli esponenti in consiglio, di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, che nei giorni scorsi hanno approvato in consiglio all’unanimità l’ordine del giorno, avevano promosso una seduta della commissione Pesca, aperta alle marinerie turritane e di Alghero.
Attualmente nel porto di Porto Torres operano meno di dieci imbarcazioni a strascico, contro le oltre quaranta di vent’anni fa. I marinai sono senza reddito e senza alternative immediate.
