C'è il rischio che la scuola dell'infanzia possa chiudere i battenti. Un'iniziativa, questa, che rientrerebbe in un dimensionamento scolastico in ordine ai plessi di Cossoine, Padria e Mara, insieme alla terza Sezione di Bonorva.

Una questione che fa alzare la voce alle istituzioni del Meilogu, stanchi di chiusure o ridimensionamenti dei servizi. Sulla vicenda prende posizione Alfredo Unali, del gruppo di minoranza Cossoine Idea Paese.

“Ancora una volta si procede con determinazioni dall’alto alla soppressione di servizi fondamentali per le piccole comunità – dichiara Unali -. La vicenda è ormai nota e i centri minori già hanno fatto i conti con passati processi di annullamento delle realtà scolastiche. Nel caso di Cossoine, nell’arco di appena un quadriennio – dal 2011 al 2015 – sono stati chiusi i plessi di scuola primaria e secondaria. La comunità ha a suo tempo reagito, è scesa in piazza, ha denunciato l’opera di svilimento delle popolazioni locali, abbandonate a un progressivo spopolamento, senza possibilità d’appello. Tutto è stato vano”.

“Le responsabilità – a suo modo di vedere – non sono e non possono essere puramente allocate a fenomeni di decrescita naturale ma devono fare i conti con i processi di accelerazione, dettati da comportamenti scellerati messi in campo proprio a livello istituzionale. La fredda logica dei numeri non giustifica lo svuotamento dei servizi in capo alle popolazioni locali, in nome di un risparmio risibile, peraltro a danno della crescita economica di insieme”.

“Ancora una volta – conclude Alfredo Unali – gli abitanti sono chiamati a lottare, a fianco delle proprie istituzioni, per dire no, una volta e per sempre, a determinazioni imposte e spesso solo apparentemente concertate. Le comunità tutte, unitamente alle rappresentanze politiche sovracomunali, dovranno puntare i piedi e difendere con le unghie e con i denti quei pochi servizi ancora attivi, pena la propria sopravvivenza. L’auspicio è che si possa addivenire a una vera tutela politica delle piccole realtà, senza l’ipocrisia di chi taglia l’essenziale per poi attivare sterili dibattiti sullo spopolamento”.

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