Conferenza a Ossi: le capacità acustiche delle Domus de Janas
Nell’incontro un approfondimento su come queste antiche architetture funerarie fossero non solo luoghi di sepoltura, ma ambienti con sorprendenti capacità acustichePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una nuova chiave di lettura sulle Domus de Janas di Ossi, è quanto emerso dall’incontro che si è tenuto venerdì scorso al Museo Etnografico del paese, che ha ospitato la conferenza di archeoacustica “Domus de Janas” a cura di Paolo Debertolis, presidente del team di ricerca internazionale Sbrg – Super Brain Research Group.
Dopo oltre quindici anni di esperienze e studi condotti su siti ipogei di Malta e dell’Italia nord-orientale, dal 2019 il gruppo di ricerca ha avviato un’analisi strumentale delle Domus de Janas, patrimonio Unesco. La conferenza ha mostrato come queste antiche architetture funerarie non fossero solo luoghi di sepoltura, ma ambienti con sorprendenti capacità acustiche, in grado di portare a stati alterati di coscienza. Un esempio significativo è la Domus de Janas di Noeddale, dove le analisi hanno rilevato la stessa frequenza di risonanza sia con l’uso del canto maschile che con il tamburo sciamanico, mentre l’effetto risultava meno evidente con le launeddas. Una frequenza quasi identica a quella riscontrata nell’ipogeo maltese, che sembra confermare conoscenze comuni tra civiltà lontane. In questo contesto, chi partecipava ai rituali poteva introdursi nelle stanze laterali, allontanandosi dall’operatore che produceva il suono: così, immersi nelle vibrazioni, raggiungevano stati alterati di coscienza che favorivano il contatto con il mondo degli antenati, tumulati poco distante in altre domus prive di fenomeni acustici.
Attraverso tecniche di archeoacustica associate alla neurofisiologia, è stato illustrato come i suoni – attivati dalla voce o da strumenti musicali – possano generare particolari risonanze capaci di modificare lo stato di coscienza.
Un approccio di ricerca medico-antropologico che, grazie anche all’uso di strumenti come l’encefalografo portatile, permette di studiare le risposte del cervello umano all’interno di questi luoghi sacri.