Cgil, Cisl e Uil Sassari: «La sentenza del Tar cambia i rapporti con Eni»
Per i sindacati un momento di svolta nella prospettiva di una ripresa di investimenti nell’area industriale di Porto TorresPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«La creazione di un “distretto dell’idrogeno verde” anche in riferimento all’utilizzo per il trasporto pubblico sarebbe un autentico volano per il processo di reindustrializzazione e di sviluppo economico del Nord Sardegna, Eph, Eni possono essere chiamate a svolgere il ruolo fondamentale».
Così i segretari generali di Sassari, Cgil, Cisl e Uil, Massimiliano Muretti, Pier Luigi Ledda e Marco Foddai, dopo la notizia che il Tar della Sardegna, con sentenza pubblicata lo scorso 20 ottobre, dà ragione al Consorzio industriale provinciale di Sassari e rigetta il ricorso presentato da Eni Rewind, che Versalis ha ottenuto il via libera dell’Antitrust e che a partire dal 18 ottobre 2023 possiede l’intero pacchetto azionario di Novamont.
Notizie che assumono per il Nord Ovest della Sardegna una grande rilevanza nella prospettiva di una ripresa economica e sociale a partire dal settore industriale. Per i sindacati segna un momento di svolta nella prospettiva di una ripresa di investimenti nell’area industriale di Porto Torres.
Cgil Cisl Uil, ribadendo la richiesta che Eni onori pienamente i suoi impegni rispetto agli investimenti sulle quali si è già impegnata in riferimento alla chimica verde, auspicando che il contenzioso sia definitivamente risolto con il pronunciamento del Tar, sono pronte a scommettere su ulteriori investimenti che Eni o altri player industriali, preferibilmente italiani, vorranno realizzare nel territorio.
«La Provincia di Sassari ha il potenziale per costruire un robusto ecosistema industriale ed energetico costituito da produzioni tradizionali decarbonizzate e di transizione (metano e biomasse), oggi indispensabili per garantire il carico di base, e da rinnovabili (fotovoltaico ed eolico), alle quali affiancare la produzione di idrogeno da elettrolisi quale fonte di accumulo». Occorre favorire e realizzare sinergie tra la Centrale di Fiume Santo e l’agglomerato industriale di Porto Torres che per la loro collocazione geografica, per i servizi infrastrutturali presenti e per le competenze tecniche oggi presenti «rappresentano il sito ideale, è indispensabile per determinare lo sviluppo di nuove tecnologie mirate alla produzione e distribuzione dell’idrogeno verde e a garantire l’autonomia energetica che la mera installazione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche, unitamente alla realizzazione del Tyrrhenian Link, minano nel profondo».
Dalla chimica verde alle altre vertenze in corso, la prospettiva di uno sviluppo richiede che venga risolto il contenzioso presso il Consiglio di Stato che la RAS sul DPCM energia ha aperto con il Governo Nazionale. «Soprattutto in considerazione dello stallo che ha generato la manifesta incapacità programmatoria della RAS, che relega nelle mani delle multinazionali il futuro energetico non solo del nostro Territorio, ma dell’intera Sardegna», aggiungono i sindacati. «Questa perenne assenza di un quadro normativo e strategico d’insieme, oltre a determinare incertezza e confusione, rallenta le concrete ipotesi di conversione degli impianti esistenti, indebolisce le scelte e le volontà delle istituzioni, mina pericolosamente la tenuta occupazionale».
Si tratta di proposte ampiamente condivise nel territorio e sulle quali lo stesso si è mobilitato in attesa di un confronto con le istituzioni nazionali e regionali a partire dal presidente della Giunta Christian Solinas.