L'Asinara, la memoria carceraria fa rinascere la vecchia scuola
Carte geografiche e antichi banchi che raccontano la storia di quattro generazioniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Cattedre e banchi che raccontano la storia dell’Asinara. Strumenti di quattro generazioni di alunni, figli di agenti della Polizia penitenziaria e del personale civile, negli anni in cui la comunità carceraria si era ormai radicata nell’isola. La vecchia scuola nata nei primi anni del Novecento ha trovato spazio all’interno dell’Osservatorio della memoria carceraria nella ex diramazione centrale di Cala d’Oliva, il museo che inserisce nella rete delle strutture recuperate e gestite dall’Ente Parco per i servizi istituzionali e l’arricchimento delle visite.
Vecchi banchi con lo schienalino fisso, carte geografiche, lavagne e cattedre, tracce di un passato che ritorna. «Ricordano il sistema scolastico caratterizzato fino agli anni Settanta da due scuole elementari, Cala Reale e Cala d’Oliva, ovviamente pluriclassi, affidate ognuna ad un unico insegnante», spiegano il commissario e il direttore del parco, Giovanni Cubeddu e Vittorio Gazale. Nella scuola di Cala Reale erano iscritti gli scolari dei centri limitrofi che, a piedi o su mezzi di fortuna, raggiungevano l’aula.
«Generalmente alla conclusione della classe quinta si doveva obbligatoriamente uscire dall’isola per proseguire gli studi - aggiungono - solo successivamente sono stati introdotti corsi di scuola media ed aperte sezioni di scuola materna». Ogni pezzo di storia è stato rispolverato da Gionamaria Deriu, ex ispettore di Polizia penitenziaria nell’isola, oggi assistente volontario che con cura ha lavorato per l’allestimento di uno spazio, riscoprendo vecchi ricordi.
«Emozioni che si risvegliano perché ogni volta ritorno indietro nel passato che a volte è stato doloroso», racconta Deriu «ma comunque tutto è rimasto dentro di me come un ricco tesoro che vorrei mostrare agli altri. Quest'isola mi ha forgiato e questo lavoro vorrei che fosse importante per le nuove generazioni. Oggi questi strumenti che trasudano storia, hanno lasciato spazio ai computer, alla lavagna elettronica, ma ricordano momenti importanti vissuti all’Asinara».
Dietro quei banchi anche personaggi noti, come l’ex direttore del carcere Franco Massidda, responsabile della colonia penale dal 1980 al 1986, la sindaca di Stintino, Rita Vallebella e, ancora, le maestre Franca Silvetti e Simonetta Giordo. Molte testimonianze sono state raccolte da Franca Fadda, moglie del medico del carcere, che ha svolto l’incarico di maestra sull’isola per tantissimi anni.
L’Osservatorio della memoria è anche il racconto del lavoro svolto da un manipolo di detenuti che stanno studiando i vecchi archivi del carcere. Documenti liberati dall’oblio che permettono di far rivivere molti momenti di vita quotidiana. Un percorso emozionante, un viaggio a ritroso nella memoria, una scoperta di particolari momenti che hanno lasciato segni indelebili nella vita dell’Isola. L’allestimento è stato possibile grazie ad un progetto europeo Por Fesr, finanziato dalla Regione Sardegna, che ha permesso il recupero e la successiva esposizione dei materiali recuperati. Si tratta di un percorso che abbraccia un lungo arco di tempo, dal 1885 al 1998, dove il personale del carcere e il detenuto sono sempre al centro della narrazione.
All’interno attraverso diversi allestimenti realizzati con il materiale recuperato e donato è raccontata l’organizzazione del sistema dell’isola carcere, la complessità della struttura detentiva attraverso le diramazioni, il rapporto con l’ambiente, la ramificazione sul territorio, l’amara quotidianità vissuta dagli uomini di pena. Sono descritti diversi ambienti, dalla direzione, alla barberia, alla caserma agenti,con le storie emozionanti, testimonianze, lettere e pensieri di reclusi provenienti da ogni parte d’Italia. Uno straordinario insieme di curiosi aneddoti e memorie di vita carceraria.