Falesia di Punta Giglio: è ancora scontro.

Oggi in commissione Ambiente i comitati e le associazioni che si oppongono al progetto di mitigazione del rischio frane, voluto dall'Area marina protetta, hanno fatto sentire forte la loro voce, chiedendo se non lo stop, almeno il rinvio dei lavori per approfondire il piano.

Istanza che il direttore del Parco, Mariano Mariani, ha ritenuto improponibile, anche perché l’iter procedurale è stato concluso positivamente e le opere già appaltate. «Quei lavori saranno inutili e dannosi, – ha avvertito l’architetto Giovanni Oliva – perché non ci sarà una vera messa in sicurezza. Anzi, potrebbero scatenare dinamiche imprevedibili nella stabilità degli ammassi rocciosi. L'appello di tanti esperti e di persone qualificate nelle materie ambientali dovrebbe metterci in guardia».

Il direttivo del Parco, fermo sulle sue intenzioni, ha proposto di nominare invece una commissione tecnica di alta sorveglianza che segua il cantiere minuto per minuto. Unica concessione. Altro, secondo Mariani, non si potrebbe fare arrivati a questo punto, con i lavori appaltati e tutte le carte in regola.

Il direttore dell'Area marina ha ricordato pure degli interventi analoghi eseguiti nel costone di Capo Caccia, qualche anno fa,  lavori per i quali nessuno al tempo aveva protestato. Il presidente della commissione Ambiente, Christian Mulas, forse in maniera provocatoria, addirittura ha rilanciato proponendo con un referendum comunale per ampliare la zona A dell’Area marina includendo Punta Giglio, in modo che diventi di riserva integrale. Non solo. Mulas ha fissato un sopralluogo via mare, con la commissione e le associazioni, per verificare l'avvio dei lavori di messa in sicurezza della falesia a rischio frane. 

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