Sassari, dramma per una dottoressa:pestata a sangue da uno sbandato
Inseguita e aggredita nel tunnel delle cliniche Giusy Romano si è salvata rinchiudendosi in un ambulatorio e chiedendo aiutoAggredita e picchiata selvaggiamente. Esattamente come nel 2003. Per la dottoressa Giusy Romano, 44 anni, urologa delle cliniche universitarie, nella serata di sabato si è ripetuto un incubo. Chiamata per una consulenza al Pronto soccorso ha lasciato il reparto e si è diretta verso il corridoio che conduce alla parte più vicina all'ospedale civile. Improvvisamente si è trovata di fronte un giovane che l'ha fermata e le ha chiesto perentoriamente: «Dammi tutto quello che hai». Giusy Romano ha fatto per voltare le spalle e andar via quando l'uomo l'ha afferrata al collo, l'ha sbattuta per terra colpendola con un violento calcio in volto.
FUGA Il medico ha avuto la prontezza di rialzarsi, seppure sanguinante, ed è fuggita inseguita dall'aggressore. Giunta davanti ad un ambulatorio Giusy Romano si è precipitata al suo interno e si è chiusa a chiave. Quindi ha avvertito il reparto. Un infermiere si è precipitato in suo aiuto. L'aggressore ormai era scappato. La dottoressa aveva il volto tumefatto e sanguinante ed era scioccata.
Al Pronto soccorso è stata medicata e sottoposta ad accertamenti. Altri ne farà oggi per verificare l'esatta entità dei danni subiti. Alla polizia ha denunciato il fatto e descritto con precisione l'uomo che ha visto bene in volto. Potrebbe trattarsi di un tossicodipendente visto più volte nella zona.
Quali siano oggi le condizioni psicologiche del medico è facile immaginarlo.
PRECEDENTE Giusy Romano ha rivissuto quanto le era accaduto il 5 gennaio del 2003. Era una domenica. Si trovava in reparto al secondo piano delle cliniche universitarie chiuso per le vacanze di fine anno. Aveva delle cose da sistemare. Ma non era l'unica in clinica.
C'era un giovane che si aggirava senza una meta precisa. «Scusi signore, cosa cerca?» chiede la Romano. L'uomo si volta di scatto, l'afferra e la scaraventa a terra poi estrae un coltello e le intima di stare zitta. Quindi si allontana di corsa. Tutto questo è accaduto ad un medico che ha frequentato una parte del corso post laurea con Monica Moretti, la dottoressa assassinata a coltellate nel suo appartamento di via Amendola da un suo ex paziente sette mesi prima dell'aggressione del 2003. Allora i medici presentarono una denuncia a titolo cautelativo alla direzione sanitaria chiedendo che nelle ore serali quella zona delle cliniche fosse presidiata. Sono passati più di sette anni e nulla è cambiato.
GIBI PUGGIONI