Un caso, una fatalità, un evento imprevedibile. La morte di Romina Vargiu non è da attribuire ai medici che hanno seguito la paziente durante il parto col taglio cesareo. I consulenti medico-legali incaricati dal sostituto procuratore Giangiacomo Pilia di scoprire come e perché sia morta la giovane donna di Villacidro, il 19 maggio dello scorso anno, subito dopo aver dato alla luce la sua prima figlia, Aurora, hanno escluso l'esistenza di un nesso di causalità fra la morte e la condotta dell'anestesista e dei due ginecologi. A quel punto il magistrato ha chiesto l'archiviazione del caso e il proscioglimento dall'accusa di omicidio colposo dell'anestesista dell'ospedale di San Gavino Tonio Sollai e dei ginecologi Carlo Tomasi e Alessandro Biggio.

Romina Vargiu aveva 34 anni e Aurora sarebbe stata la sua prima figlia: erano le 20,30 di giovedì 19 maggio quando, nella sala parto dell'ospedale di San Gavino, una forte emorragia aveva provocato il dramma. Edema cerebrale e scompenso cardiaco: queste le cause della morte.
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