Reintegrato dopo il pranzo di Sardara e ora risarcito: 90mila euro all’ex capo della Forestale
A luglio 2021 Antonio Casula era stato cacciato dal vertice del Cfva: per il giudice era stata una (illegittima) ritorsione politica legata al banchetto termale in pieno CovidPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Punito per aver partecipato al famigerato pranzo di Sardara. Prima è stato reintegrato, ora arriva anche il risarcimento: la Regione è stata condannata a versare oltre 90mila euro in favore di Antonio Casula, dirigente regionale che la Giunta Solinas a luglio del 2021 aveva cacciato dalla direzione generale del Corpo forestale.
Il giudice del lavoro del Tribunale di Cagliari, Andrea Bernardino, ha stabilito che quel provvedimento fu una ritorsione politica illegittima che a Casula aveva causato danni, di salute e legati al demansionamento. Giuridicamente sono “non patrimoniali”, ma si traducono in denaro.
La vicenda del banchetto termale è nota. Il 7 aprile 2021, con zona arancione vigente per il Covid e divieto di spostamenti, la Guardia di Finanza interruppe la riunione di una quarantina di commensali, tra personaggi più o meno noti e figure apicali dell'amministrazione regionale. Casula aveva fatto una comparsata e finì nel calderone di coloro che vennero estromessi dal loro ruolo. A Villa Devoto c'era chi pensava che a Sardara fosse in corso una congiura.
L'allora ormai ex direttore generale venne assegnato a un ufficio in via Mameli, senza connessione internet, assieme ad altro ostracizzati. Lui riuscì a restare nel palazzo della Forestale, in via Mameli a Cagliari. Ma senza compiti né obiettivi.
Originario di Milis, dal 24 luglio chiese di poter dare un contributo contro il devastante incendio del suo Montiferru. Il permesso gli fu negato: testimoni del procedimento hanno rivelato che mancava «l'ok della direzione politica». Casula potè solo guardare le fiamme che divoravano 20 mila ettari di boschi. A dicembre gli venne assegnato l'incarico di direttore facente funzioni a Oristano.
Ma intanto andava avanti la sua causa di reintegro nel ruolo, superiore, di direttore generale. Altri Dg nelle sue stesse condizioni di “reietti” per imposizione politica avevano già vinto contro la Regione, dove quindi si sapeva che i provvedimenti punitivi fossero illegittimi. Casula ha dovuto aspettare fino ad agosto 2022, quando è arrivata la decisione del Tribunale che gli ha dato ragione.
Ma intanto aveva vissuto circa un anno senza arte né parte a causa di una condotta che i suoi legali (Giuseppe Accardi, Roberto Matta e Francesca Macis) hanno tratteggiato come mobbing.
Tre giorni fa il Tribunale di Cagliari ha accolto gran parte delle loro argomentazioni e riconosciuto il risarcimento al loro cliente. Che ora guida Forestas. Ma per mesi e mesi era stato condannato al limbo. Illegittimamente.
Enrico Fresu