Dal prossimo anno l’imposta di soggiorno a Cagliari potrebbe aumentare. Per ora si tratta solo di un’ipotesi, ma l’eventuale modifica consentirebbe al Comune di sfruttare al massimo l’ondata di turismo che sta trainando l’economia cittadina: le presenze in città registrano infatti un +44 per cento, contro il +20 per cento a livello regionale.

Una possibilità che però non ha trovato il favore di Federalberghi Sud Sardegna e del suo presidente, Fausto Mura, che dopo l’incontro con il sindaco Massimo Zedda, tenutosi ieri a Palazzo Bacaredda, ha ribadito la propria contrarietà a un eventuale raddoppio deciso senza un adeguato confronto.

«Gli albergatori, come avviene ogni anno, hanno già trasmesso da tempo a tour operator, agenzie di viaggio e partner commerciali internazionali i listini 2026, comprensivi delle tariffe e delle attuali aliquote dell’imposta di soggiorno», sottolinea Mura. «Un aumento comunicato senza alcun preavviso, a soli quindici giorni dalla fine dell’anno, esporrebbe l’intero comparto ricettivo a una grave perdita di credibilità commerciale, oltre a generare un evidente danno d’immagine anche per il Comune di Cagliari».

Secondo il presidente di Federalberghi, una simile decisione denoterebbe inoltre una carenza di sensibilità istituzionale nei confronti delle associazioni di categoria, che per ruolo e per legge dovrebbero essere preventivamente coinvolte in scelte di tale impatto.

Dati alla mano, Cagliari quest’anno ha incassato circa 1,5 milioni di euro dall’imposta di soggiorno (una delle più basse in Italia). L’idea dell’amministrazione, discussa con gli operatori, sarebbe quella di introdurre tariffe differenziate in base alla stagionalità. L’aumento, unito alla crescita costante dei flussi turistici, potrebbe portare nelle casse comunali, nel 2027, 1,6 milioni di euro in più. «Risorse da investire nel turismo», assicura il sindaco Zedda.

Ma proprio su questo punto si concentra un’ulteriore perplessità di Federalberghi. «Le segnalazioni e le lamentele dei turisti che visitano Cagliari sono sempre più frequenti – evidenzia Mura – e riguardano aspetti fondamentali dell’esperienza urbana e turistica: dalla pulizia della città alla fruibilità dei monumenti, dalla carenza degli orari di apertura all’assenza di un’adeguata segnaletica e di informazioni turistiche». «Scelte fiscali di questa portata – conclude Mura – richiedono programmazione, condivisione e rispetto istituzionale, elementi che allo stato attuale risultano purtroppo mancanti».

(Unioneonline/v.f.)

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