Si riparla di Superhando, una struttura polifunzionale realizzata per costruire le protesi e per occuparsi dell'handicap: quasi ultimata, mai inaugurata e da lunghi anni abbandonata al proprio destino con gravi danni all'interno della struttura.

La prima pietra di Superhando è stata posta nel 2010: sono stata spesi quasi dieci milioni di euro. Poi il silenzio, con la struttura rimasta chiusa, aperta solo dai vandali per fare danni all'interno.  Dopo anni di attesa, di proteste e prese di posizione del Comune, che si è rivolto anche ad un legale, la Giunta regionale presieduta dalla presidente Alessandra Todde e su proposta dell’assessore dell’Igiene e  Sanità e dell’Assistenza Sociale  Armando Bartolazzi ha approvato una delibera attraverso la quale sostanzialmente si dà mandato al Comune di Settimo San Pietro di pubblicare un’indagine esplorativa propedeutica all’affidamento per  la realizzazione e la gestione del Centro Superhando, all’interno di un catalogo di servizi individuati e che potrebbero essere proposti dai soggetti interessati alla gestione della struttura.

Si va insomma verso l'affidamento in gestione di Supehando per avviare finalmente l'attività sanitaria come previsto in origine.

«Per ora», dice il sindaco di Settimo San Pietro, Gigi Puddu, «siamo soddisfatti di questi sviluppi della vicenda, ma vigileremo con grande attenzione sul proseguimento del percorso  affinché Superhando non rimanga un’eterna incompiuta ma possa diventare un elemento di crescita e sviluppo per la nostra comunità. Il progetto dell'opera e poi la sua realizzazione erano il frutto di un accordo di programma stipulato tra la Regione, la Asl ed il Comune di Settimo che prevedeva il dislocamento di  diversi servizi gestiti dalla Asl nella struttura di Settimo. Per tutta una serie di responsabilità ed inadempimenti, non certamente attribuibili al Comune»,  ha specificato Puddu, «l’accordo di programma non si è mai effettivamente concretizzato, determinando di fatto la mancata entrata in esercizio della struttura ed  uno spreco di denaro pubblico sotto forma di finanziamenti  europei, statali e regionali, utilizzati  per la realizzazione dell’opera».

Gigi Puddu, ricorda pure che «in questi anni però noi non ci siamo arresi a questa deriva che sembrava inesorabile, ma abbiamo sempre ostinatamente e tenacemente cercato di interloquire a vari livelli   con gli organi politici e tecnici preposti che nel tempo si sono alternati alla guida della Regione, ricorrendo in extremis anche ad una azione legale per far valere le motivazioni del Comune e quindi dei settimesi.  Qualche mese fa sono riprese le interlocuzioni con la Regione, in particolare con l’assessorato,  con l’obiettivo di individuare un percorso che consentisse  l’attuazione  e l’utilizzo della struttura. L’azione intrapresa  ha iniziato quindi  a produrre i primi risultati».

     

© Riproduzione riservata