L’idea ventilata di limitare le soste durante la processione di maggio e di impedire ai fedeli di toccare il simulacro di Sant’Efisio ha già fatto storcere il naso ai sindaci di Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro e Pula. Levata di scudi contro la decisione che potrebbe cambiare per sempre la tradizione legata al culto del Martire Guerriero.

Obiettivo è tutelare la statua originale, che nel 2027 potrebbe essere persino sostituita con una copia in vetro resina durante la processione di maggio.

«Sono piuttosto perplesso – ammette Walter Cabasino, sindaco di Pula -, capisco la necessità di preservare il simulacro, ma dobbiamo ricordarci che questa è la festa del popolo, che attende l’arrivo del santo come si fa con una persona di famiglia».

La statua di Sant’Efisio con il dito spezzato

Angelo Dessì, sindaco di Sarroch: «Non si possono cancellare quasi 400 anni di storia e devozione con un colpo di spugna, è giusto proteggere il simulacro ma tenerlo chiuso nel cocchio per tutti i quattro giorni è uno schiaffo alla tradizione».

Beniamino Garau, sindaco di Capoterra: «Impedire ai fedeli che attendono tutto l’anno l’arrivo di Sant’Efisio anche di poter sfiorare il suo mantello è inaccettabile. Ritengo fuori luogo inoltre l’idea di sostituire il simulacro con una copia in vetroresina».

Sant'Efisio

Marina Madeddu, sindaca di Villa San Pietro: «Toccare il santo è un segno devozionale».

Ivan Murgana

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