La loro presenza alla staffetta della Fiamma Olimpica di domenica 14 dicembre a Quartu non è passata inosservata. Anzi, nel giro di poche ore è diventata un caso. Due donne, già dirigenti del Windsurfing Club di Cagliari e sospese dalla Fiv (Frederazione italiana di Vela) «per fatti legati a episodi di bullismo e violenze, hanno tentato il ricorso al Coni, ma pare sia stato respinto», hanno partecipato all’evento come tedofore senza dichiarare la propria posizione disciplinare, finendo al centro di una bufera che ha coinvolto, suo malgrado, l’associazione quartese Asd Seguimi.

Le immagini della staffetta, condivise sui social con toni entusiastici, hanno iniziato rapidamente a circolare. Per chi conosceva la vicenda che nei mesi scorsi pare abbia portato alla sospensione dei dirigenti del Windsurfing Club, quelle foto hanno acceso l’attenzione e fatto partire una segnalazione diretta all’associazione ospitante. Da lì, il tam tam sui social e tra gli smartphone è stato immediato.

Seguimi, realtà impegnata da anni nel lavoro con persone con disabilità attraverso lo sport, era completamente ignara della situazione. Per questo, dopo aver appreso l’accaduto, ha ritenuto doveroso intervenire pubblicamente con una presa di posizione netta.

«Domenica 14 dicembre siamo stati protagonisti di un evento storico unico, il passaggio della Fiamma Olimpica», si legge nel post pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione. «La nostra gioia e grande emozione è stata stroncata da una nefasta notizia appresa successivamente alla condivisione di questo momento sui social». Seguimi spiega di aver ricevuto la segnalazione della presenza, tra i tedofori, di «due componenti risultate sospese dal Coni per gravi fatti risalenti all’estate 2024».

Secondo quanto ricostruito, le due donne «avrebbero taciuto consapevolmente i motivi di impedimento, sia all’associazione sia a chi, in buona fede, ne ha facilitato la partecipazione. L’Asd Seguimi tiene a chiarire che queste persone non sono in alcun modo legate o inserite nella nostra associazione», prosegue il comunicato. «Ci dissociamo completamente dall’atteggiamento irrispettoso dei valori sportivi».

A chiarire ulteriormente la posizione è la presidente Daniela Graziu, che parla di un episodio che ha rischiato di macchiare un momento importante non solo per i suoi ragazzi ma per l’intera comunità: «Una bella occasione ha rischiato di trasformarsi in un brutto ricordo. Ci dispiace profondamente, ma non ne siamo responsabili». Le due persone, spiega, sarebbero arrivate tramite una associata a sua volta ignara del loro trascorso disciplinare.

Non solo. Graziu sottolinea come nella modulistica per partecipare all’evento fosse richiesto di dichiarare di essere in regola e senza pendenze: «Pare abbiano dichiarato il falso. Hanno mentito a tutti noi e portato la fiaccola in maniera indebita, offendendo il mondo sportivo e quello associativo».

Da qui la decisione di prendere pubblicamente le distanze e di rivolgere anche un pensiero alle famiglie coinvolte nei fatti che hanno portato alla sospensione: «Come presidente, a nome dell’associazione, prima di prendere le distanze da questa brutta storia, ho sentito il dovere di scusarmi prima di tutto con le famiglie delle vittime e poi con tutte le persone che ci conoscono».

A seguire la replica dell’avvocato delle tedofore, Filippo Pirisi, riportata integralmente: «In merito alle notizie circolate sui social e rispetto alle dichiarazioni rilasciate all’Unione Sarda dalla Presidente della ASD Seguimi, le mie clienti, mio tramite, ritengono doveroso chiarire alcuni aspetti. In primo luogo, la sospensione che le riguarda (relativa al loro ruolo di ex consigliere del direttivo di un circolo velico, e solo per una culpa in vigilando) attiene, esclusivamente, al perimetro della Federazione Vela e, non, come erroneamente scritto, a tutte le attività del Coni. Ciò determina che, se la cerimonia della fiamma olimpica, fosse stata organizzata dal Coni, non avrebbero avuto alcun divieto a parteciparvi. Per di più, tale cerimonia è un’attività di natura privata (organizzata, infatti, da una Fondazione) che nulla rileva con le attività sportive in senso stretto e, quindi, rilevanti per eventuali sospensioni; la conferma è che vi partecipano anche numerosi protagonisti della vita pubblica che nulla hanno a che fare con il “mondo sportivo”. La conseguenza è che, quindi, in ogni caso, nessun divieto o limitazione le avrebbe potute riguardare rispetto al ruolo di tedofore. Allo stesso tempo, gravemente diffamante è sostenere che “avrebbero dichiarato il falso”, giacché nei moduli di adesione sono indicate delle, tassative, “condizioni di impedimento” che, in nessun caso, riguardano le vicende occorse alle mie clienti. Chiudo, quindi, invitando tutti ad un maggiore rigore nel rilasciare dichiarazioni e commenti pubblici che - soprattutto a seguito di questa precisazione - dovessero ritenersi falsi e/o diffamanti, non potranno che essere attenzionati davanti alla Procura della Repubblica per la tutela dell’onorabilità delle mie clienti».

(Unioneonline/Fr.Me.)

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