Da ex palazzo della solidarietà, chiuso e abbandonato da anni, a centro per i senza fissa dimora. Nella struttura di via Cilea, a due passi da viale Colombo, i lavori sono iniziati nei giorni scorsi: gli ampi spazi al piano terra saranno utilizzati per due blocchi di uffici, ma anche per un ambulatorio sociale e per una zona ricreativa, a uso temporaneo, giornaliero, dove potrà anche essere consumato qualche pasto caldo o un semplice caffè. Un punto di ritrovo per chi, per un motivo o per un altro, si ritrova a vagare per la città senza una dimora fissa. Il primo piano sarà invece suddiviso in due residenze, una per gli uomini e una per le donne, con ingressi separati e un’area per il portiere. Ogni appartamento avrà 3 stanze e zona bagni, per un totale di 11 posti letto.

Il progetto è stato finanziato con poco meno di 1 milione dal Pnrr, con una serie di obiettivi precisi: il contrasto alla povertà, l’accoglienza temporanea per persone in condizione di fragilità sociale, economica e abitativa, la presa in carico integrata. La struttura sarà dedicata non solo ai Comuni del Plus Quartu-Parteolla, ma anche agli altri ambiti dell’area vasta.

Con la consegna dei lavori avvenuta nei giorni scorsi si punta ad avere la struttura conclusa entro la fine del prossimo inverno, assicurano dal Comune. Gli spazi completamente ristrutturati saranno gestiti dall’ampia rete territoriale in via di costituzione grazie al contributo attivo e strutturato degli Enti del Terzo settore. “L’avvio dei lavori di riqualificazione del Centro trasmette nuovo entusiasmo intorno a un progetto fondato appunto sulla collaborazione, nonché sulla sussidiarietà e sulla partecipazione attiva”, il commento dell’assessore alle Politiche sociali e generazionali Marco Camboni. “Sarà un altro tassello del percorso avviato, un’altra opportunità per andare incontro a tante persone che vivono in condizioni di estrema difficoltà. Purtroppo a Quartu non sono poche, ma con la volontà di non lasciare indietro nessuno abbiamo ritenuto necessario realizzare questa struttura, che diventerà un punto di riferimento per loro, oltre che un modello di contrasto alla povertà, di accoglienza, di inclusione”.

© Riproduzione riservata