L’Accademia della Cucina Italiana conferisce al Pastificio Nonna Claudia di Assemini il Premio “Dino Villani” per la produzione di pardulas. Il riconoscimento verrà consegnato domenica 30 novembre al titolare del pastificio, Maurizio Mameli, nella Villa Ballero a Giorgino, alla presenza di autorità e rappresentanti del territorio di cui l’impresa ed il dolce premiato sono espressione.

Il premio “Dino Villani” dell’Accademia della Cucina Italiana viene assegnato al produttore che si è distinto nella lavorazione artigianale di un prodotto alimentare di rilevante e specifica qualità organolettica, lavorato con ingredienti nazionali tracciabili di prima qualità e con una ben identificata tipicità locale. La delegazione di Cagliari ha ritrovato questi requisiti nell’attività di Maurizio Mameli, con la successiva procedura di valutazione da parte della sede nazionale di Milano, conclusa positivamente con il riconoscimento dei requisiti richiesti dal regolamento del premio, il tutto fondato su una ricetta della tradizione che conferisce al prodotto caratteristiche di gusto e sofficità del tutto peculiari nell’ambito della tipologia di dolce.

L’Accademia della Cucina Italiana è stata fondata nel 1952 per la promozione, valorizzazione e tutela della cucina tradizionale italiana ed è diffusa in tutto il mondo. Dal 2003, con un decreto del Presidente della Repubblica, è stata inserita nel prestigioso gruppo delle istituzioni culturali della Repubblica italiana, quale riconoscimento per l’utilità dell’attività svolta nello studio, codifica e divulgazione delle preparazioni che hanno costruito nel tempo la struttura e tradizione della cucina dei territori, creando le premesse per la sua successiva affermazione nel panorama della gastronomia mondiale.

Il dolce vincitore del premio, la pardula, è un prodotto diffuso in tutta la Sardegna e caratterizzato da un guscio di pasta a forma di cestino con un ripieno di ricotta o di formaggio. Viene realizzato in diverse varianti, ciascuna delle quali espressione della tipicità e disponibilità di ingredienti diversi del territorio di provenienza. Anche il nome riflette questa varietà, spaziando dal campidanese pardula al formaggella o ricottella utilizzato nel sassarese a seconda del ripieno ed al casadina del nuorese, in cui prevale l’utilizzo del formaggio. L’origine del dolce pare antichissima, probabilmente mutuata dai greci o dai fenici e l’etimologia più accreditata del nome sembra attestarne la presenza sul territorio fin dall’epoca romana, venendo fatta risalire alle parole latine quadrula, quadrato con riferimento alla forma oppure partula, partoriente, con riferimento al ripieno che fuoriesce dalla base come la pancia di una donna incinta. Questo dolce attualmente viene consumato tutto l’anno, anche se tradizionalmente era più associato al periodo pasquale, ma probabilmente solo perché la maggior disponibilità di ricotta in quella parte dell’anno ne facilitava la produzione. Le pardulas sono diffuse in alcune aree dell’Isola assieme alle pabassinas durante la festa de is animeddas, come omaggio ai defunti o destinate a placare la fame della strega Maria Puntaoru e ad impedirle di compiere, per saziarsi, azioni brutali ai danni della comunità.

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