"Arrestato come un mafioso per una telefonata", la brutta avventura di un quarantenne
"Quando senti le porte del carcere che si chiudono alle tue spalle, non conta nulla se sei innocente perchè non sai quanto ci resterai".
Francesco Tarantino mercoledì si è addormentato nella sua villetta di Elmas con la moglie e i due bambini e giovedì all'ora di pranzo era nella sezione di massima sicurezza del carcere di Uta con l'accusa di essere legato alla 'Ndrangheta.
Quarant'anni, agente marittimo e spedizioniere per la "Saimare Gioia Tauro", da un anno e mezzo a Cagliari, da un momento all'altro si è ritrovato a passare l'ora d'aria con malviventi di grosso calibro.
Una telefonata ricevuta da chi stava cercando di organizzare loschi traffici a Gioia Tauro l'ha fatto finire in un'inchiesta della direzione antimafia di Reggio Calabria ed è finito in carcere.
Solo sabato ha potuto chiarire la sua posizione e riconquistare la libertà.