«Laurearmi era un obiettivo che avevo fin da ragazzina. Volevo studiare, finire il liceo e completare l’università. Il mio incidente ha solo rallentato il percorso, non l’ha bloccato». L’incidente di cui parla Alessandra Serra, 47 anni, da martedì scorso dottoressa in psicologia, è accaduto nel 1988, quando un’auto l’ha travolta in vespa mentre percorreva viale Colombo a Quartu causandole una lesione alla quinta vertebra cervicale. Una diagnosi dura da digerire per tutti, figuriamoci per una dicottenne: tetraplegica. «Beh, l’obiettivo l’ho raggiunto» sorride, dopo aver discusso martedì pomeriggio la laurea in Scienze e tecniche psicologiche, «ora stacco per un po’ con lo studio e mi dedico al lavoro e ad altri progetti». Non ha nulla in contrario al fatto che si racconti la sua storia, ma pretende che non la si trasformi in una vicenda da Libro Cuore. «Nonostante abbia una disabilità grave dovuta da una lesione spinale molto alta» chiarisce subito, «sono riuscita ad ottenere questo risultato grazie all’impegno e allo spirito di sacrificio. Ma fondamentale è stato anche il supporto di alcune colleghe, in particolare Antonella Casula e Francesca Vargiu». Ora è una dottoressa in Psicologia, dopo aver discusso con la docente Rachele Fanari una tesi che attinge a piene mani dalla sua vicenda personale. «Il titolo?» prosegue, «La lesione spinale traumatica. Esiti fisici e psicologici ed il ruolo dello psicologo nel periodo immediatamente successivo al trauma».
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