Adesso la Plastwood Srl non esiste più, la sentenza di fallimento ha chiuso la storia dell'azienda e si è aperta una nuova fase. Quella della conta dei beni. I giudici del Tribunale di Tempio hanno nominato il curatore fallimentare, sarà il commercialista Gian Carlo Fenu. Ieri c'è stato il primo incontro convocato dal professionista. Tusacciu ha lasciato lo stabilimento della zona industriale di Tempio e la prossima settimana partiranno le operazioni per l'inventario. Mentre si conosce perfettamente l'ammontare del debito, 50 milioni di euro, è difficile dire quanto vale il patrimonio dell'azienda fallita.

In questa fase è comunque già possibile stabilire, almeno orientativamente, la quota del patrimonio Plastwood che andrà a ciascuno dei creditori. In proporzione i crediti verranno soddisfatti, se può essere utilizzato questo termine, in una percentuale dello 0,27 per cento. Un indice bassissimo, peraltro già anticipato nelle prime relazioni del commissario giudiziale. Per fare un esempio, il creditore non privilegiato che batte cassa per 100mila euro, può sperare di averne poco meno di 300.

La situazione patrimoniale è questa. I creditori, circa un migliaio, hanno a disposizione i beni immobili congelati dalla sentenza dei giudici di Tempio. Per un valore di circa 7 milioni di euro. Pezzo forte, lo stabilimento inaugurato nel 2002. Il lotto comprende due edifici e una superfice di circa 30mila metri quadrati.

I crediti della Plastwood superano di poco i 3 milioni di euro. I giocattoli già prodotti e rimasti nei magazzini (un milione di scatole) sono fuori mercato. Difficile fare una stima del materiale, ma il valore è molto basso. Una partecipata della Plastwood Srl, la Plastwood Trading, è proprietaria dei marchi. Secondo una perizia valgono dieci milioni di euro. Nel pacchetto non entrano i brevetti, sono fuori dal patrimonio della srl. Insomma, per i creditori c'è ben poco da fare. ( a. b. )
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