''Mia moglie Giovanna è sparita. E si è portata via nostro figlio, Ismael, non ha neanche tre anni. Se lo avessi fatto io, Ndoye Soulemayne Diallo, senegalese, avrei avuto (giustamente) polizia e carabinieri alle calcagna, sarei finito in prigione. Invece in questo caso niente, tutto tace. Chissà dove sono, chissà dov'è adesso il mio bambino. Non lo vedo dal 22 febbraio, sono passate quasi tre settimane''.

LA SEPARAZIONE Nessun giallo, nessuna sparizione misteriosa, nessun rapimento. Ndoye e la sua moglie sarda, Giovanna Orrù, avevano avviato le pratiche per la separazione e lei a un certo punto se n'è andata via di casa. Di più, ha anche cambiato le serrature della bella villetta dove abitavano a Orosei e risponde al telefono soltanto a certi orari. Allontanamento volontario. Per Ndoye evidentemente qualcosa in più: ''Esattamente sottrazione di minore''. E si è rivolto a due avvocati di Nuoro, Annalisa Pittorra e Paola Marteddu. Per ottenere giustizia. ''Lei, Giovanna, può andar via dove vuole'', spiega Ndoya, ''ma deve fare in modo che io possa vedere nostro figlio. Lo dice la legge, oltre che il buon senso. Con Ismael abbiamo un rapporto bellissimo, siamo molto legati. Ho acconsentito alla separazione consensuale, ho rinunciato a ogni diritto sulla casa che avevamo acquistato insieme e della quale ho pagato per anni un mutuo, ma senza mio figlio non posso restare''.

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