26 i casi di West Nile accertati nel 2025 in provincia di Oristano sono numeri che segnano un triste primato per l’Oristanese, colpito duramente dalla diffusione del virus trasmesso dalla zanzara comune.  Una situazione che preoccupa non poco  l’amministratore straordinario della Provincia Battista Ghisu  il quale lancia  un forte appello alla Regione. «Chiediamo ulteriori fondi per potenziare il sistema di lotta e arginare la diffusione del virus. Provincia, Asl, servizi di prevenzione, veterinari e biosicurezza stanno operando in sinergia con la massima collaborazione reciproca, ma è necessario avere altre risorse».

 Il territorio sul quale intervenire è infatti molto vasto con la  presenza massiccia di zone umide, stagni, canali di irrigazione e risaie. Oltre 3.000 ettari che circondano Oristano, Cabras, Siamaggiore, Palmas Arborea, Simaxis e i comuni del Terralbese. , La proliferazione degli insetti questa volta è andata anche a colpire centri più lontani come Ghilarza,  dove si è registrato un decesso, Allai e Samugheo. «La Provincia   – sottolinea Ghisu – è costantemente in prima linea per combattere la presenza di zanzare in questa parte di Sardegna, caratterizzata da ambienti naturali di pregio ma anche molto vulnerabili».

«Le squadre provinciali – evidenzia ancora-  composte da 24 operatori, sono operative, e  breve verrà pubblicato un bando per l’assunzione di altri dieci disinfestatori. Abbiamo infatti  bisogno di più forze in campo – sottolinea l’amministratore straordinario – per dare risposte immediate ai cittadini».

Una lotta quella contro la  West Nile che parte da lontano  quando a d ottobre 2024 la Provincia ha  convocato Asl, Prefettura, forze dell’ordine, consorzio di bonifica, sindaci e associazioni di categoria per potenziare la rete di intervento. Tra i nodi principali da risolvere  resta quello delle risaie a ridosso dei centri abitati. Emblematico il caso di Sa Rodia, alle porte di Oristano, dove sono state riscontrate larve e zanzare infette.

«È un problema che va affrontato e risolto – evidenzia Ghisu –. Ho proposto di costituire un cordone sanitario intorno ai centri abitati e di lavorare a un piano innovativo che coinvolga Regione, Prefettura, Asl, università, consorzi e associazioni agricole per costruire una strategia stabile e non emergenziale». La prevenzione, sottolinea l’amministratore straordinario, deve diventare l’arma principale: «Occorre mappare tutte le aree a rischio, intervenire con strumenti antilarvali nelle risaie, avviare campagne di sensibilizzazione e comunicazione. Solo così potremo proteggere le persone e ridurre i focolai».

La Provincia, intanto, continua anche la lotta contro altri insetti nocivi come blatte, vespe e zecche, senza trascurare le emergenze che colpiscono gli allevamenti: dermatite bovina, blue tongue e altre malattie trasmesse da vettori.

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