“È un fatto gravissimo, che non colpirebbe soltanto il sindaco, ma soprattutto la comunità di Uras, condannata a diversi mesi – se non a più anni – senza guida politica, privata della possibilità di proseguire i progetti avviati e di cogliere opportunità di sviluppo”.

Sono le parole del sindaco di Uras Samuele Fenu, dopo le dimissioni di sette consiglieri, 4 di maggioranza e tre di minoranza, che di fatto fanno cadere il Consiglio.

Il primo cittadino dopo tre giorni di silenzio ha voluto affidare alla sua pagina Facebook personale il suo commento.

“Per troppo tempo ho scelto di tacere per garantire stabilità, ma oggi i cittadini hanno diritto di sapere. Sin dall’inizio vi era un patto chiaro: l’avvicendamento dell’intera Giunta, così da consentire a tutti i consiglieri di fare esperienza amministrativa. Chi oggi parla di colpo di scena sa bene che quel passaggio era previsto dal primo giorno di mandato. In realtà, alcuni hanno anteposto interessi personali ed elettorali al bene comune”. Fenu si riferisce ai cambi in Giunta di gennaio scorso. Quando aveva tolto le deleghe a Luca Schirru, Paolo Porru e Rita Piras. E poi al suo ex vice Alberto Cera a gennaio scorso. Con decreti dove si capiva che lo stesso sindaco non era contento del loro operato.

“L’ex vicesindaco, in particolare, ha scelto di essere il primo antagonista del sindaco, trasformando il suo ruolo istituzionale in una ribalta personale: gestione dei social come vetrina privata, distribuzione arbitraria di chiavi di edifici comunali, presenze agli eventi ridotte a mera facciata - dice Fenu - Le dimissioni sono arrivate subito dopo le elezioni provinciali. Una scelta che lascia intendere strategie di partito o calcoli personali, non certo la volontà di servire Uras. Il risultato è che oggi i cittadini potrebbero ritrovarsi con un commissario che potrà occuparsi soltanto dell’ordinario, mentre il paese avrebbe avuto bisogno di unità, visione e coraggio per affrontare sfide come l’emergenza sanitaria e le prospettive di sviluppo locale in ogni sua forma. Come spesso succede ad Uras, quando si è sul punto di realizzare qualcosa di concreto e veramente utile e costruttivo, si tende con uno schiocco di dita a voler distruggere tutto, per fare emergere personalismi e interessi personali che portano ancora il Paese nel baratro. Veramente Uras vuole questo? Penso e sono convinto di no”.

Alcuni ex consiglieri muovono accuse di mancato dialogo o mancata opportunità di interagire con l’amministrazione: “I dialoghi  - scrive Fenu - non si devono svolgere sui social, sulle chat o nei bar, ma nella sede istituzionale del Comune e senza porre paletti o veti sul coinvolgimento di tutti gli amministratori. Chi veramente mi conosce sa che queste parole non nascono da rancore, ma dalla verità dei fatti”. 

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