Tre motociclisti morti a Paulilatino: chiesta l’archiviazione per l’automobilista
Nello schianto del 6 luglio 2024 persero la vita Giovanni Melis, Mario Sedda e Roberto Daga. I familiari chiedono che le indagini proseguanoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Uno degli incidenti stradali più gravi degli ultimi tempi nell’Oristanese. Tre motociclisti deceduti, un altro ferito nell’impatto contro una Mercedes sulla Provinciale 11, che da Paulilatino porta a Ula Tirso. Era il 6 luglio 2024, oggi il procuratore Paolo De Falco chiede l’archiviazione per Carlo Masala, 22 anni di Paulilatino, che era alla guida dell’auto (difeso dall’avvocato Gennaro Di Michele).
A questa richiesta hanno presentato opposizione gli avvocati Christian Stara e Marco Perra che tutelano la compagna, la figlia, i genitori e il fratello di Giovanni Melis, 32 anni originario di Gadoni, uno dei motociclisti morti. La giudice Federica Fulgheri deciderà il 29 gennaio, saranno presenti all’udienza anche i legali degli eredi delle altre vittime Mario Sedda, 31 anni e Roberto Daga (27) di Paulilatino (assistiti da Franco Villa e Francesco Mele) e l’avvocato Gianfranco Meloni che assiste Ivano Saba, 37 anni di Paulilatino, l’unico biker sopravvissuto.
Secondo il consulente nominato dalla Procura, Marco Antonio Pes, i danni riscontrati nella parte anteriore sinistra dell’auto trovano piena corrispondenza con quelli riportati dalla Aprilia di Giovanni Melis.
Il perito ritiene che il punto d’urto fra la Mercedes, che viaggiava verso Ula Tirso a circa 85-90 chilometri all’ora, e la Aprilia (che andava in direzione Paulilatino a circa 110 chilometri orari) sia avvenuto nella corsia di marcia dell’auto anche se vicino alla linea di mezzeria. Subito dopo l’impatto della Mercedes nella parte frontale destra con la Kawasaki di Daga.
L’auto era finita a ridosso di un muretto a secco nel lato opposto alla sua direzione di marcia, mentre la Kawasaki era stata spinta indietro finendo contro la Honda di Sedda. Il perito sostiene che non è possibile stabilire se Melis stesse sorpassando, dai suoi rilievi emerge che avrebbe oltrepassato di pochi centimetri la linea continua di mezzeria. Inoltre evidenzia che l’automobilista (il consulente nominato dal suo legale è Gian Piero Leoni) proprio per la scarsa visuale a causa del dosso, avrebbe dovuto procedere il più possibile vicino al margine destro mentre sarebbe stato più verso il centro della sua corsia.
Una ricostruzione che non sembra coincidere con la perizia di Luca Atzeni, il consulente nominato dai legali dei familiari di Melis (gli altri periti Salvatore Forma, Stefano Ferrigno e Paolo Marcialis). Non sarebbe possibile ricostruire una tale dinamica e sostenere che Melis abbia invaso la corsia. Anche l’unico sopravvissuto, Ivano Saba, aveva riferito di ricordare un'auto scura che viaggiava in direzione opposta a quella delle moto, poi il salto di corsia e l’impatto con la Honda di Sedda che si sarebbe incendiata. Poi lo scontro con le altre moto.
