Terralba, da settembre al via i lavori da 5 milioni di euro al ponte di Marceddì
Entro un anno la struttura avrà un look completamente diverso da quello attualePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Entro un anno il ponte di Marceddì avrà un look completamente diverso da quello attuale. Ad annunciarlo è l'amministrazione comunale, che ha consegnato già il cantiere all’impresa Salvatore Meloni di Sedilo che si è aggiudicata i lavori. Operai al lavoro però da dopo l'estate, per evitare problemi al traffico che transita dall'infrastruttura verso la Costa Verde.
«Le risorse a disposizione», evidenzia il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Andrea Grussu, «sono di 5 milioni di euro e rappresentano il secondo lotto di un altro intervento da un milione e 200.000 euro che è già stato realizzato per mettere in sicurezza parte dei 300 piloni che sostengono il ponte lungo poco più di 1 km». Grussu ricorda che «le risorse arrivano da un finanziamento regionale sollecitato dal consigliere del territorio Emanuele Cera e messo a disposizione dall'assessorato lavori pubblici guidato allora da Pierluigi Saiu».
Le opere da realizzare permetteranno di riqualificare completamente il ponte, renderlo sicuro, illuminato e protetto da guardrail di ultima generazione. Sarà anche leggermente allargato, col traffico – ancora a senso unico di marcia – agevolato al massimo da un impianto semaforico ad alta tecnologia, che studierà i flussi consentendo di non avere inutili attese. «Siamo ovviamente molto soddisfatti di poter concludere un’opera fondamentale non solo per Terralba, ma crediamo per buona parte della Sardegna», prosegue. Così come nell’intervento già effettuato, particolare attenzione verrà posta ai lavori sotto il ponte che permetteranno ancora un miglioramento nell’attività dei pescatori del consorzio pesca, avendo sempre più benefici e un reddito maggiore dalla loro attività.
Gli amministratori avevano già effettuato alcuni lavori al fine di consentire che le acque defluiscano in maniera più efficace. Interventi realizzati da personale super specializzato nel settore, con strumentazioni particolarmente idonee. Le forature subacquee con aperture delle finestre lavorieri, permettono di incrementare lo scambio idraulico fra lo stagno e il mare, favorendo il ripopolamento ittico nelle sue biodiversità.
La conferma dell’importanza degli interventi arriva anche dallo stesso presidente Antonio Loi. «Opere attese da almeno 20 anni», sottolinea, «perché consentono finalmente di fornire ossigeno alla terza peschiera e allo stagno di San Giovanni. Queste finestrelle consentono alle grosse fiumare di defluire meglio, evitando la distruzione di decine di tonnellate di pescato, reti e motori. Questo nuovo stato di cose permetterà inoltre la ricostituzione della posidonia, che da anni questa diga aveva praticamente neutralizzato».