La Corte d’assise d’appello di Cagliari ha riformato la sentenza nei confronti di Giovanni Perria, 79enne di Narbolia che in primo grado era stato condannato a 24 anni per l’omicidio volontario della moglie, Brigitte Pazdernik, 77enne di origine tedesca. Ora gli sono stati inflitti 8 anni.

Per i giudici non si è trattato di un delitto premeditato ma di induzione al suicidio.

La donna era scomparsa da casa il 10 ottobre 2018 ed era stata ritrovata senza vita dopo tre giorni, in riva al mare.

L’autopsia aveva fatto emergere una morte per annegamento.

In base all'accusa, Perria l'avrebbe tramortita durante una lite nella loro abitazione e poi gettata nelle acque di Su Pallosu. La Corte ha riformato la sentenza modificando anche l'imputazione.

L’uomo, difeso dall'avvocato Antonello Spada, si è sempre professato innocente dicendo di essersi accorto che la moglie era uscita di casa e di averla cercata ma senza successo. Secondo il sostituto procuratore di Oristano Armando Mammone, l'imputato avrebbe manipolato il contachilometri e la telecamera installata sulla sua auto per nascondere il tragitto dalla sua abitazione al mare. 

"Professionalmente è un ottimo risultato - è il commento del legale – ora leggeremo le motivazioni della sentenza, ma è chiaro che non rimane nulla della ricostruzione dell'accusa che aveva ipotizzato una premeditazione e un omicidio volontario. Restano invece le testimonianze della vicina e quelle delle figlie, che i giudici hanno ritenuto attendibili".

Una vicina di casa aveva visto uscire l'auto del pensionato che, nella nuova ricostruzione dei giudici, potrebbe aver istigato e agevolato l'intento suicidario della moglie, accompagnandola al mare. Non sarebbe dunque stato lui a ucciderla. Tra custodia cautelare in carcere e ai domiciliari l'anziano ha già scontato due anni circa di reclusione.

(Unioneonline/s.s.)

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