L’incubo durato circa un anno è mezzo è finito. Per i pescatori di Santa Giusta non c’è più il rischio di non poter più utilizzare le strutture a pochi metri dallo stagno, e cioè il ricovero attrezzi, il caseggiato dove è presente la loro cucina, l’immobile dove viene essiccata la bottarga e quell’enorme capannone che, grazie ai 200 mila euro finanziati tempo fa dalla Regione, dovrebbe diventare la zona dove gli operatori potevano smistare il pesce.

Il Consorzio che gestisce lo stagno solo ora è proprietario di tutte le terre dove sono stati realizzati gli immobili: davanti al notaio è stato formalizzato l’acquisto. Totale dell’investimento: 35 mila euro. Risorse che sono finite nelle case della Sarda Appalti lavori costruzioni s.r.l., che sulla carta risultava proprietaria delle terre da 14 anni. Il Consorzio aveva scoperto che i terreni dove sono presenti tutti gli edifici che i pescatori del paese utilizzano da più di 80 anni  erano  stati acquistati dalla Sarda Appalti nel 2011, quando erano in corso i lavori di ristrutturazione della peschiera, a marzo del 2024.

L’Unione dei Comuni del Fenici, che aveva ottenuto il finanziamento per la ristrutturazione da parte della Regione, aveva ricevuto un documento dove la società chiedeva lo stop immediato dei lavori rivendicando terre e immobili per un totale di 3864 metri quadri tra superficie coperte e scoperte. I lavori però non erano stati interrotti, ma il Consorzio aveva dovuto intraprendere un’azione legale che si è chiusa pochi giorni fa. Si è occupato della vicenda l'avvocato Raffaele Miscali.

«Dopo otto mesi di trattative, è stata accettata la nostra proposta - spiega Emanuele Cossu, presidente del Consorzio Pesca - e cioè l'acquisto a 35 mila euro. Il Consorzio ha speso in totale, comprese tutte le spese, circa 50 mila euro. Ora però possiamo dire di essere i padroni. Ma soprattutto possiamo chiedere finanziamenti per effettuare tutti gli interventi di cui la nostra peschiera necessità».

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