L’aula magna del seminario vescovile di Bosa ha faticato a contenere le oltre trecento persone accorse all’assemblea convocata dall’Unione dei Comuni della Planargia per discutere il piano di dimensionamento scolastico in fase di definizione. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto acceso e partecipato, con la presenza di sindaci, docenti, personale Ata, Rsu e genitori degli alunni.

A Bosa si sono ritrovati i sindaci di Flussio, Modolo, Scano di Montiferro, Sagama, Sennariolo, Suni e Tresnuraghes, mentre hanno disertato l’incontro i Comuni di Bosa, Magomadas, Montresta e Tinnura. L’attenzione si è concentrata sulla proposta del sindaco di Bosa Alfonso Marras, approvata con delibera di Giunta, che ha suscitato unanime contrarietà.

Il presidente dell’Unione dei Comuni e sindaco di Flussio, Giovanni Antonio Zucca, ha sottolineato «l'inopportunità delle asserite interlocuzioni, prima della deliberazione della Giunta del Comune di Bosa, avvenute esclusivamente tra il sindaco di Bosa ed il Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale Francesco Feliziani». Zucca ha ribadito con fermezza: «Le decisioni di indirizzo politico sono di competenza esclusiva di tutti i Comuni ricadenti nell'Istituto Comprensivo di Bosa. Per l’importanza di carattere sociale sarà cura dei sindaci darne comunicazione ai Prefetti di Nuoro e Oristano».

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Suni, Massimo Falchi, che ha parlato di «un territorio spaccato per una scelta non ponderata, non condivisa e soprattutto immotivata anche sotto il profilo del merito. Sosterremo la nostra ferma opposizione al deliberato di Bosa a salvaguardia delle autonomie scolastiche in tutte le sedi. Una battaglia di civiltà».

Il consigliere provinciale bosano  Angelo Masala ha ribadito l’impegno per sostenere decisioni condivise con il territorio, con gli operatori della scuola e con i genitori. «Garantire processi democratici di confronto e dialogo passa per il rispetto delle istituzioni. Sempre».

Dal dibattito è emersa la forte contrarietà del mondo della scuola al polo unico, definito «fallace dal punto di vista pedagogico e di difficile gestione pratica». I docenti hanno sottolineato: «La nostra preoccupazione passa innanzitutto per la tutela assoluta dei bambini e dei ragazzi. Gestire un istituto con oltre 1300 alunni e 95 classi è impresa titanica».

Molto sentite le  testimonianze dei genitori, che hanno difeso una scuola aderente ai bisogni degli alunni. Antonio Maccioni, per la segreteria della Flc Cgil di Oristano, ha ribadito: «La perdita delle autonomie scolastiche produce un abbassamento dell'offerta formativa e la perdita di posti di lavoro».

In conclusione, i presenti hanno rivolto un appello al presidente della Provincia Paolo Pireddu  e a tutti i consiglieri provinciali affinché si facciano garanti del rispetto di un intero territorio che con fermezza chiede il mantenimento delle due distinte dirigenze scolastiche, a garanzia di una qualità dell’istruzione di alto livello.

 

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