Paulilatino, accuse della minoranza all'assessore esterno: nel mirino i rimborsi trasferte
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Minoranza all'attacco a Paulilatino. Accuse pesanti e invito alle dimissioni per l'assessore esterno alla Cultura Sara Firinu.
I consiglieri Paola Tolu, Carmen Madau, Mariano Cuscusa e Salvatore Piras hanno presentato un'interrogazione sui rimborsi spese viaggio per gli amministratori.
Sotto la lente d'ingrandimento della minoranza sono finiti i 504 euro rimborsarti all'assessore esterno "per le trasferte da Oristano a Paulilatino per presenziare alle sedute di Giunta e Consiglio".
"Pur essendo oggettivamente regolare il rimborso agli amministratori - denuncia l'opposizione - ci troviamo con un assessore che è spessissimo assente alle manifestazioni per le quali la presenza dell'assessore competente è imprescindibile, ad esempio la cerimonia della cittadinanza a Lebeuf.
L'assessore Firinu nel 2015 ha effettuato una percentuale di assenze del 52,64% mentre nel 2016 dal primo gennaio al 24 agosto su 36 sedute di Giunta era presente solo a 6. Nella seduta del 3 febbraio per la quale chiede il rimborso risulta assente, mentre la seduta del 25 maggio chiesta a rimborso è inesistente".
E l'opposizione prosegue: "L'assessora chiede il rimborso per la partecipazione alle sedute di Consiglio, organo al quale non è obbligata a partecipare, e in un anno e mezzo di amministrazione non ha mai fatto un intervento, neanche quando si è trattato di materie inerenti il suo assessorato. Risulta assente anche quando si è deliberato di fatti strettamente riguardanti il suo assessorato".
La minoranza chiede quindi all'assessore Firinu "di riflettere sul suo comportamento e sulla inopportunità della richiesta del rimborso spese viaggio". L'invito è inoltre quello a "valutare seriamente le dimissioni". Così' replica Sara Firinu:
"È chiaro che si è trattato di un equivoco. Per la seduta del 3 febbraio è stato riportato nel brogliaccio il mio nome, cosa che non viene mai fatta quando un assessore è assente. Per quanto riguarda la data del 25 maggio è stata invertita con il 29 per la quale non è stato chiesto il rimborso. Ciò che ho percepito era legale e comunque un mio dritto. A malincuore, per il forte senso del dovere, ho dovuto fare una scelta tra il mio impegno di assessore e il lavoro. Tutte le dovute spiegazioni le darò in Consiglio".