Un'altra testimone chiave nel processo per favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale che chiama sul banco degli imputati don Giovanni Usai, fondatore della comunità Il Samaritano di Arborea.

Oggi dal collegio dei giudici è stata sentita un'altra donna nigeriana che per qualche tempo è stata ospite nella comunità.

Ha ricordato l'interrogatorio del marzo 2011 e ha in qualche modo rafforzato la tesi del difensore di don Usai, Anna Maria Uras che già in passato ha contestato la regolarità delle indagini.

«Gli inquirenti cercavano di farmi dire ciò che volevano, volevano tirarmi fuori chissà quale accusa e il pm cambiava le mie parole» ha detto Julieta Nwdou.

Incalzata dalle domande prima del pubblico ministero Marco De Crescenzo e poi del difensore, la donna ha ribadito di non aver mai visto prostituzione al Samaritano.

E ancora: «Non so se don Usai abbia abusato sessualmente di una ragazza della comunità, ma a me sembra assurdo».

Oltre a don Usai, sotto accusa ci sono anche il nigeriano Alphonsus Eze (difeso dall'avvocato Carlo Figus) e Gabriel Imasidou Osarhewinda, mentre la persona offesa è parte civile con l'avvocato Francesca Ferrai.

Il processo proseguirà il 27 settembre.
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