L’udienza preliminare per la morte di Chiara carta, la 13enne di Silì, uccisa dalla madre, è stata rinviata al 10 dicembre.

La giudice Cristiana Argiolas ha preso tempo per consentire un’eventuale partecipazione della madre, Monica Vinci all’udienza. Inoltre ha chiesto che il responsabile della Rems, in cui si trova la mamma, dovrà informare il giudice sulle attuali condizioni di salute e se persistano elementi di pericolosità sociale della donna, assistita dall’avvocato Gianluca Aste. L’avvocata Anna Paola Putzu ha annunciato la costituzione di parte civile del papà Piero Carta.

Tutto rimandato di due mesi ma intanto la relazione sulle condizioni di Monica Vinci, soprattutto in merito alla sua eventuale pericolosità sociale, può essere determinante per i futuri sviluppi del procedimento giudiziario. Qualora la 54enne fosse ritenuta pericolosa socialmente si dovrebbe andare a dibattimento, non potrebbe essere emessa una sentenza di non luogo a procedere.

Nel caso contrario, invece, si potrebbe seguire l’iter di un’udienza preliminare ordinaria ed eventualmente, se venisse confermata la totale infermità mentale (come sostengono difesa e consulente del giudice), chiudere con una sentenza di non luogo a procedere.

Secondo quanto emerso nelle indagini, la 54enne da tempo soffriva di un forte disagio personale, in passato era stata in cura poi il malessere si sarebbe acuito di nuovo fino alla tragedia. Non è mai emerso un movente preciso (inizialmente si era parlato dell’intenzione di Chiara di andare a vivere con il padre Piero), solo Monica Vinci potrebbe rivelare cosa sia accaduto il 18 febbraio 2023 nella casa di via Martiri del Risorgimento ma finora c’è sempre stato silenzio.

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