Un ulivo in memoria dei morti di amianto; 300 circa ogni anno solo in Sardegna. Oristano e l’associazione ex esposti amianto, Areas, hanno  celebrato la giornata mondiale delle vittime della fibra killer, scegliendo l’istituto tecnico Lorenzo Mossa. La provincia di Oristano ha pagato in tutti questi anni un prezzo pesante a causa della morte di centinaia di lavoratori; a Oristano e Marrubiu operavano due delle maggiori fabbriche di prodotti di amianto, la Sardit e la Cema Sarda.

La dirigente scolastica del Mossa, Marilina Meloni, nel suo intervento ha messo in evidenza il significato della manifestazione con la simbolica messa a dimora della piantina d’ulivo.

“Attraverso questo ulivo ricorderemo le persone che oggi non ci sono più e soprattutto – dice la dirigente scolastica -  aiuteremo i giovani in particolare che sono i nostri testimoni a non dimenticare”.

Sono intervenuti il questore Giuseppe Giardina, il capo di Gabinetto della Prefettura Alberto Raimondi, l’assessore comunale dell’Ambiente Gianfranco Licheri e il presidente di Areas Giampaolo Lilliu.

È stato proprio quest’ultimo a chiedere un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’amianto.

“La giornata mondiale dedicata ai deceduti a causa della fibra killer si celebra il 28 aprile  - ricorda Giampaolo Lilliu – ma la concomitanza della zona rossa ha solo rimandato quell’importante momento che abbiamo celebrato oggi. Come sapete esiste il problema dell’amianto e chiediamo a voi studenti, alle future generazioni del domani, di aiutarci a portare avanti questa importante battaglia affinché non ci si dimentichi delle tante vittime innocenti che ancora oggi dopo decenni muoiono a causa dell’asbestosi”.

La battaglia dei lavoratori era iniziata nel 1992 quando lo Stato approvò la legge 257 che mise al bando l’estrazione, la produzione e la commercializzazione dell’eternit in Italia.

L’obiettivo di Areas è quello di bonificare gli oltre 370 edifici e strutture dove è presente l’amianto, per un totale di quasi 58 milioni di metri quadrati di coperture in eternit.

 La cerimonia di Oristano si è conclusa con la lettura di una poesia, da parte dello studente Daniel Lasiu di Nurachi, scritta dai suoi ex colleghi ora diplomati. Racconta la vicenda di un lavoratore della Sardit di Oristano che aveva trovato finalmente il lavoro e una busta paga sicura, ma che non conosceva il pericolo di quella fibra che usciva dallo stabilimento della morte. Mentre in Italia nel 1986 chiudeva lo stabilimento di Casale Monferrato, in Sardegna si aprivano gli stabilimenti della Sardit e della Cema Sarda.  

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